Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Piscina, fuori le associazioni

Fonte: La Nuova Sardegna
7 settembre 2009

DOMENICA, 06 SETTEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari

La denuncia del Pd: la Fin vuole vietare l’uso dell’olimpionica di Terramaini ai gruppi sportivi


«Decisione contro il regolamento e la convenzione»




CAGLIARI. Sfratto dalla piscina. La Fin (Federazione italiana nuoto) ha comunicato alle associazioni Asd Arcu de Chelu, Asd Sardinian Sharks e Asd G&M 3 Sport «la propria volontà di inibire alle stesse l’uso della piscina». Lo denunciano in un’interrogazione urgente i consiglieri comunali del Pd Ninni Depau, Marco Espa, Lorenzo Cozzolino, Andrea Scano e Claudio Cugusi.
La premessa racconta che nel 2008 la piscina olimpionica di Terramaini, fatta costruire dal Comune dopo una delibera consiliare del 1997, è stata affidata alla Fin «senza alcun bando di gara» e un contributo da parte del Municipio di 250mila euro all’anno» per una convenzione novennale. Un fatto che aveva creato molte polemiche, soprattutto da parte dell’opposizione che, alla fine, nell’ottobre dell’anno scorso, si era rivolta alla Corte dei conti visto che anche altre società sportive avevano offerto di prendere la struttura senza contributi da parte dell’amministrazione.
Adesso, però, la questione sta assumendo una piega «molto sgradevole», sottolineano i consiglieri del Pd. Infatti l’eventuale allontanamento delle società sportive sarebbe «in netto contrasto con il regolamento consiliare sulla gestione degli impianti municipali e con la stessa convenzione sottoscritta fra Fin e Comune che prevedono una esplicita tutela degli spazi a favore delle società affiliate ad enti di promozione o ad altre federazioni sportive come quelle che sin’ora hanno utilizzato la piscina olimpionica».
La struttura di Terramaini è un nervo scoperto per l’amministrazione anche per la lunghezza impiegata per la sua realizzazione. Secondo l’opposizione, inoltre, è discutibile il modo con cui è stata realizzata: con continui aggiornamenti nella sua costituzione (una variante per 151mila euro nel 2004, 800mila per la sistemazione dell’area esterna nel 2005 e altri 600mila per una piscina scoperta nel 2008) e senza che nel progetto iniziale vi fosse alcun impianto a energia solare in grado di ridurre gli elevatissimi consumi per il riscaldamento dell’acqua e dell’ambiente in periodo invernale. Infine «non è mai stato mostrato alcun piano di fattibilità finanziaria e gestionale».
Ora arriva la volontà «di escludere le altre associazioni». Un atto che, se non fatto rientrare, «rappresenterebbe un colpo durissimo all’associazionismo sportivo nel campo del nuoto». Inoltre avrebbe anche «come conseguenza il licenziamento di numerosi dipendenti delle associazioni sportive». E colpirebbe «in particolare il destino lavorativo delle cinque persone con disabilità efficacemente» e lodevolmente «impiegate come bagnini part-time nella piscina».
Non solo, per il Pd, l’allontamento degli altri operatori «aggraverebbe tutti i problemi di gestione degli impianti» e metterebbe a «rischio il funzionamento della piscina per il possibile contenzioso anche giudiziario che potrebbe determinarsi nei confronti della Fin da parte di singoli cittadini e/o delle associazioni» escluse.
In pratica questo atteggiamento della Federazioone italiana nuoto prefigurerebbe un modo di gestione della struttura volta a valorizzare solo gli avvenimenti agonistici e gli eventi sportivi, trascurando quell’aspetto importante che le associazioni di nuoto portano avanti: il coinvolgimento dei giovani e meno giovani nelle attività di insegnamento di questa disciplia, «come dimostrato dai significativi pagamenti effettuati a favore della Fin per il canone di utilizzo della piscina». (r.p.)