Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tassa sì, ma per il turismo

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2019

Tassa sì, ma per il turismo

Sia chiaro: se non ci fosse dormirebbero comunque sonni tranquilli. Ma alla fine la risposta è: perché no? La tassa di soggiorno non è più lo spauracchio degli albergatori cagliaritani: tra hotel e B&B si respira un'aria diversa e se dall'anno prossimo il balzello dovesse sbarcare in città tutti se ne faranno una ragione. È così in tutto il mondo e la proposta del sindaco Paolo Truzzu non appare bizzarra. Anzi, «ci sta», come dice Stefano Cabras, componente del consiglio direttivo di Domuskaralitanae, associazione che riunisce una settantina di bed and breakfast dell'Isola. Purché - e il purché non è a caso - sia l'occasione per arricchire l'offerta-vacanze di chi viene nell'Isola, reinvestendo il ricavato esclusivamente nel settore turistico. Ragionamenti che si ripetono da anni e che Truzzu ha anticipato: «Con un euro a testa potremo finanziare la Dmo (Destination management organization), migliorare la promozione della città e i servizi di accoglienza». Presentata così, la pillola va giù.
Ricettività
In attesa di un confronto che il Comune aprirà con tutte le associazioni di categoria, pronte a dire la loro per modellare la proposta sotto i profili temporale e dei costi, ancora indefiniti. «È facoltà del sindaco istituire la tassa di soggiorno», premette Paolo Manca, da quasi cinque anni alla guida di Federalberghi, «purché colpisca tutto il settore dell'ospitalità, e non i soliti noti, e i soldi versati nelle casse comunali vengano spesi tutti nell'ambito del turismo». Condizione imprescindibile, aggiunge Manca: «Gli albergatori ci mettono la faccia, sono loro che hanno lo sgradevole compito di esigere il pagamento dai clienti al saldo del conto: all'aggravio di oneri, per il quale l'imprenditore rischia pesanti sanzioni in caso di errati conteggi, deve corrispondere perciò un budget dedicato esclusivamente al turismo». Il discorso dei “soliti noti” è al centro del pensiero di Alberto Bertolotti, più favorevole a una «tassa di ingresso» da vincolare nel suo utilizzo a vantaggio della promozione turistica: «Chiunque viaggia le tasse le paga», ricorda il presidente di Confcommercio Sud Sardegna. «Il problema è un altro: la concorrenza sleale delle strutture ricettive abusive. Impegniamo i soldi della tassa per combattere questa piaga, altrimenti qualunque balzello continuerà a essere visto come un ulteriore smacco per chi lavora in regola». E per risolvere i problemi. «Mi capita di perdere clienti nel B&B perché non trovano un volo per arrivare o rientrare», denuncia Cabras. «Molti lamentano la difficoltà di raggiungere le spiagge dall'aeroporto perché non c'è una navetta ad hoc e per arrivare in città: c'è il treno ma solo a certi orari».
Le polemiche
Ogni Comune fa da sé e c'è da scommettere che si discuterà anche sul prezzo dell'ospitalità: un euro o più? Punti da discutere con il sindaco e le categorie interessate, già chiamate in causa per esprimersi su un altro balzello turistico, la “tassa di sbarco” per chi arriva in aereo e nave. «O l'una o l'altra, nessun raddoppio, ci sarebbe un effetto boomerang», prevede il presidente di Federalberghi. Dai B&B arriva un «siamo favorevoli», con l'augurio che i fondi recuperati non vengano utilizzati per altri settori. «Bisogna promuovere l'immagine di una Sardegna capace di attrarre turisti», ribadisce Ugo Masala, da 25 anni nel settore extra-alberghiero, «non sono uno o due euro che ci cambiano la vita: ho visto che laddove la tassa è stata reinvestita nel turismo ha avuto effetto positivo».
Carla Raggio