Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Quei nonni ci salvano dalla povertà»

Fonte: L'Unione Sarda
25 ottobre 2019

«Quei nonni ci salvano dalla povertà»

Hanno lavorato per una vita, costruendo l'Italia del boom economico e della industrializzazione. E ora che sono in pensione, invece di godersi il meritato riposo, aiutano figli e nipoti a non sprofondare nella povertà. Sono insomma i più efficaci ammortizzatori sociali della nostra difficile epoca, uomini e donne che, silenziosamente, si sostituiscono allo Stato per amore.
Salvagente sociale
Il caso di Pino Salis, il nonno che ha allevato i nipoti abbandonati dal padre e al quale ora l'Inps chiede indietro 37 mila euro di assegni familiari, non è isolato. «In città sono migliaia gli over 65 sui quali la generazione di mezzo, stritolata da anni di lavoro precario, bolle immobiliari e pochissime certezze, si appoggia per non affondare», spiega Luigi Polastri, segretario della Cgil pensionati. Persone come Antonio, 67 anni, vedovo residente a Is Mirrionis, che pochi giorni fa si è presentato al patronato per chiedere un aiuto. Il figlio ha perso il lavoro e la casa e così è andato a vivere da lui con moglie e prole. A quel punto però non ce la faceva più, con la sua pensione di 1050 euro al mese, a pagare anche l'affitto di 280 euro per la casa popolare. «In realtà aveva diritto a una riduzione perché adesso il suo nucleo familiare è di 5 persone - dice Polastri -, così siamo riusciti a fargli ottenere questo beneficio. Ci ha ringraziato dicendo che non poteva lasciare il figlio per strada».
Le colpe dello Stato
Don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana, di situazioni simili ne vede ogni giorno. «È un fenomeno esploso dal 2009 in poi - spiega -, specie nelle periferie della città dove la povertà dilaga. Decine di storie di famiglie disintegrate, di padri che perdono il lavoro e finiscono nei nostri dormitori, mentre le mogli coi figli tornano a vivere dai genitori. Si è così accentuata la centralità della famiglia d'origine che diventa solidale e allargata, una cosa molto bella ma che ci ricorda anche la responsabilità gravissima dello Stato incapace di dare risposte pubbliche ed efficaci alla crisi, alla mancanza di lavoro per i giovani, alla sete di speranza. Senza contromisure il problema diventerà drammatico quando questa generazione di nonni non ci sarà più, perché i loro figli non potranno fare altrettanto e forse neanche avranno una pensione».
Ruolo fondamentale
Salvagente economico, ma anche sociale. Perché i nonni spesso e volentieri sono quelli che si occupano dei nipoti mentre i genitori sono al lavoro per portare a casa paghe da miseria. «Proprio adesso sono in riunione con i nostri iscritti - dice Rinaldo Mereu, segretario regionale della Uil pensionati -, e molte nonne non sono potute venire perché devono accudire i nipotini in quanto gli asili nido o non bastano o sono troppo cari. Anche se qualcuno tende a marginalizzare il nostro ruolo o addirittura a contrapporlo agli interessi dei giovani, oggi siamo uno dei pilastri che permette alla nostra società di stare in piedi in una stagione di crisi preoccupante. E ciò nonostante le pensioni, su cui da tempo chiediamo un alleggerimento fiscale, a Cagliari come altrove non superano in media i 1200 euro». Angelina, ex insegnante, è una di loro: «Non ho potuto aiutare mia figlia a comprare una casa perché la pensione ci basta a malapena per vivere - spiega -, però le tengo i figli così può almeno risparmiare su benzina e retta dell'asilo». Tathiana Fenuccio, 30 anni, parrucchiera a Sant'Avendrace, sposata e madre di una ragazzina, è una nipote altrettanto fortunata. «Se oggi sono riuscita ad aprire la mia attività e a costruire un futuro per me e la mia famiglia - dice - lo devo anche a mio nonno materno, che mi ha aiutato in tutto e non solo economicamente. Senza di lui non ci sarei mai riuscita, non era scontato e per questo gliene sarò grata per sempre».
Massimo Ledda