Rassegna Stampa

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La Cagliari “bacchettona” che vuole la movida, ma soltanto a 7 km da casa propria

Fonte: web Castedduonline.it
21 ottobre 2019

La Cagliari “bacchettona” che vuole la movida, ma soltanto a 7 km da casa propria

Gianfranco Carboni: “Non si tratta di bigottismo, la maggior parte dei cittadini accetta l’educata e civile vita notturna – anche se esuberante ed irrequieta spesso incivile – mentre è male accettata dai residenti la grande concentrazione, l’esempio l’abbiamo nei nostri vecchi quartieri cagliaritani. Bisogna individuare zone, da destinare esclusivamente alla vita notturna”

La vita notturna delle città, che si trascina rumorosamente sino all’alba ed oltre, traslata dallo spagnolo è movida. I chiaro scuri, le due facce della medaglia della movida, i diritti di chi vuole divertirsi e di chi vuol riposare; da quando è vietato fumare nei locali una massa di avventori si concentra fuori dai locali producendo rumore e frastuono accettabile sin che è accettabile. La questione non è condanne o meno la movida, la si può concepire come attività economica, turistica, sociale, culturale ma la viviamo bene, anzi benissimo solo da viaggiatori.

Se la prospettiva è guardarla dal punto di vista di un turista in viaggio, durante una notte di un qualsiasi venerdì o sabato, i problemi sono risolvibili; il dilemma sta nel creare città a tutti vivibili, mediante politiche amministrative ed indirizzi urbanistici. Non si tratta di condannare nulla, se non gli atti di eccesso e di inciviltà ma la riflessione va fatta sulla compatibilità fra la chiassosa vita notturna e la residenza, su ciò nasce la sfida: cosa privilegiare rispetto alle necessità collettive.

Non si tratta di bigottismo, la maggior parte dei cittadini accetta l’educata e civile vita notturna – anche se esuberante ed irrequieta spesso incivile – mentre è male accettata dai residenti la grande concentrazione, l’esempio l’abbiamo nei nostri vecchi quartieri cagliaritani. Bisogna individuare zone, da destinare esclusivamente alla vita notturna, penso alle strade periferiche sia commerciali che industriali, alle fasce fra una cittadina e l’altra, ciò permetterebbero una migliore convivenza civile. Non si tratta di condannare nulla ma ammettiamolo, seppur non si è bacchettoni o “antichi”, se siamo nel nostro domicilio la movida chiassosa la vorremmo a sette chilometri di distanza da noi. Con un po’ di fantasia si può rendere felici tutti.