Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vicoli come latrine, degrado nel cuore antico

Fonte: L'Unione Sarda
21 ottobre 2019

Vicoli come latrine, degrado nel cuore antico

Urina, feci, vomito. I vicoli del centro storico, da Castello a Villanova, passando per Stampace e Marina, sono ridotti a latrine a cielo aperto, sporchi e avvolti da un tanfo spesso insopportabile. Un degrado inesorabile contro il quale poco riescono a fare i mezzi della Cooplat e delle altre ditte che si occupano del lavaggio delle strade, che pure passano anche in queste viuzze ad alta densità turistica almeno una volta al mese.
Le cause del degrado
Parte del problema nasce dai tanti proprietari di cani che ancora si ostinano a non rispettare le regole, che imporrebbero loro di girare armati di sacchetto e paletta e raccogliere subito le deiezioni lasciate per strada e sui marciapiedi dai loro animali. Ma a creare i disagi maggiori a quanto pare sono in realtà gli essere umani, specie nei fine settimana, quando nei rioni storici impazza la movida e nelle ore più tarde le vie si trasformano nei gabinetti privati di torme di ubriachi e cafoni.
La movida cafona
«Arrivano persino a fare la pipì sui portoni delle case, oppure vomitano sulle scalinate delle chiese», racconta Paolo, che risiede alla Marina da anni e tanta maleducazione giura di non averla mai vista prima. «Il problema - aggiunge un vicino - è che non puoi neanche dirgli niente perché di solito si tratta di persone sotto l'effetto dell'alcol, aggressive e pericolose». Stesse scene al Bastione, sopra il quale si erge Castello, dove ogni angolo appartato porta i segni di minzioni antiche e recenti. «Lasciamo perdere - sbotta mentre cammina in via Canelles Antonio, pensionato -, qua la notte c'è da avere paura, pensi che a un vicino hanno lasciato anche le feci sull'uscio di casa e non erano di un cane». A Villanova la situazione non è migliore. Tra il campanile e la facciata della chiesa di San Giacomo, ad esempio, la pietra bianca è ingiallita dall'urina il cui tanfo si avverte già da un paio di metri di distanza. Marianna, 75 anni, abita in via Sulis. «Specie nei fine settimana dopo le 8 di sera si vede di tutto - racconta mentre porta il nipotino a spasso sul passeggino -, noi anziani abbiamo paura anche perché ormai qua ci sono solo locali dove si beve sino a tardi, le famiglie sono andate quasi tutte via. E ogni mattina siamo costretti a gettare secchiate d'acqua con varechina sui muri delle case ma la puzza resta per giorni».
I ricordini dei cani
C'è poi la quota di degrado causata dagli escrementi lasciati per strada dagli animali domestici, gatti ma soprattutto cani, che è però un problema che riguarda tutta la città e non solo il centro storico. In questo caso risulta persino inutile fare una mappa, visto che in qualunque via dei quattro rioni storici - con casi davvero limite come in piazzetta Maria Lai a Castello - non si fanno più di trenta metri senza incontrare uno spiacevole ricordino su cui svolazzano nugoli di mosche. E non è solo un problema di decoro urbano o igienico sanitario: a marzo, mentre passeggiava in via Paoli, un'anziana è scivolata sulle deiezioni di un cane fratturandosi un femore. Operata al Marino, dopo una lunga e dolorosa convalescenza non si è ancora ristabilita completamente.
M. Le.