Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Le acque pubbliche alla Regione»

Fonte: L'Unione Sarda
14 ottobre 2019

«Le acque pubbliche alla Regione»

La potestà legislativa sulle acque pubbliche è prevista nello Statuto speciale, quindi dal 1948. La Regione ha deciso di sfruttarla settant'anni dopo grazie all'iniziativa di un presidente sardista, Christian Solinas. Che infatti riconosce: «È un fatto storico, una forte affermazione della nostra Autonomia regionale, abbiamo posto le basi perché lo Stato ci riconosca la nostra specialità in questo settore strategico». E poi: «Autonomia, specialità e insularità sono i temi che questa Giunta ha ben presente in ogni suo atto, convinta che l'Autonomia deve tradursi in atti concreti».
La procedura
In pratica il governatore ha deciso che la Sardegna si deve riappropriare della sua acqua e delle concessioni di derivazione idrica che fino a ora erano di competenza dello Stato. Come? Avviando la procedura che porterà in capo all'Isola tutti i poteri sulle acque di superficie. Escluso il demanio marittimo, parliamo di fiumi, corsi d'acqua, invasi e laghi, zone umide, stagni e paludi.
La Giunta ha dato il via libera a uno schema di decreto legislativo, “Norme di attuazione dello Statuto in materia di acque pubbliche”. Il testo sarà trasmesso alla Commissione paritetica Stato-Regione che dovrà approvarlo dando efficacia alle norme. Attraverso le norme di attuazione - che diventano disposizioni legislative emanate dal governo nazionale su proposta della Commissione paritetica, sentito il Consiglio regionale - verranno trasferite competenze e potestà alla Regione. Che, a quel punto, potrà anche esercitare tutte le competenze relative al rilascio dei titoli concessori e autorizzatori per l'uso delle acque, la pulizia idraulica e la difesa dall'inquinamento. E dovrà anche tenere l'elenco di tutte le acque pubbliche e perseguire la salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità ambientale attraverso un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili.
Utilizzo sostenibile
Il tema è legato a quello dell'ambiente. «A livello mondiale, uno dei principali effetti dei cambiamenti climatici è la scarsità di acqua dolce, aggravata dall'aumento della popolazione e dallo spreco della risorsa in agricoltura», osserva l'assessore ai Lavori pubblici Roberto Frongia. Per questa ragione, «abbiamo il dovere di pensare a delle politiche di sviluppo sostenibili, anche in chiave di razionalizzazione e risparmio idrico».
Ma per riuscirci «in autonomia ma con lungimiranza, dobbiamo avere la possibilità di decidere come utilizzare la risorsa idrica superficiale, che per un'Isola come la Sardegna è preziosa. Le norme di attuazione dello Statuto rappresentano il passo decisivo per l'autonomia della Regione in questo campo».
Ro. Mu.