Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuovo stadio, servono almeno 24 mesi

Fonte: L'Unione Sarda
1 settembre 2009

Sant'Elia. Entro fine anno il bene dovrà essere inserito tra quelli patrimoniali “disponibili”, poi la gara pubblica

Ecco i tempi per tutti i passaggi previsti dalla burocrazia

In Comune torna d'attualità la possibilità di realizzare una cittadella sportiva tra la zona dello stadio e quella del Palazzetto di Monte Mixi. I tecnici studiano la nuova copertura nella galleria del vento.
Ventiquattro mesi, se tutto va bene. Se anche le procedure fossero le più snelle possibili, prima di due anni Cagliari non potrà avere il suo nuovo stadio. E mentre il presidente Cellino sprona la politica a far presto («ci metterei la firma se tutto potesse essere fatto in due anni»), in Comune hanno già capito su quale strada indirizzarsi per risolvere la questione. Il mandato esplorativo portato avanti da un dirigente comunale e da un legale incaricato dalla società rossoblù ha, infatti, evidenziato che non sarà possibile ripercorrere la strada anni fa seguita dall'amministrazione di Torino e dalla società Juventus. La cessione senza alcuna gara del diritto di superficie (nel capoluogo piemontese addirittura per 99 anni, in cambio di un indennizzo di 25 milioni di euro) non è più possibile, visto che nel corso degli anni sono cambiate le leggi che regolano i trasferimenti di disponibilità dei beni pubblici.
NUOVE IDEE La normativa in vigore - dicono dal Cagliari calcio, accreditando una tesi che ha trovato conferme anche in Municipio - non consente di prescindere da una gara di evidenza pubblica sia in caso di assegnazione di esclusivo diritto reale di godimento (con proprietà che resterebbe pubblica), sia in caso di dismissione. Nel primo caso, al soggetto che dovesse aggiudicarselo, sarebbe prescritto di seguire le stesse procedure alle quali sono tenuti gli enti pubblici in caso di rifacimento totale o parziale della struttura. Contemporaneamente gli orientamenti prevalenti nell'interpretazione delle varie normative (indirizzati anche da un esame della giurisprudenza) regalano al Cagliari calcio una sorta di “pole position”: il bene stadio, pur essendo considerato “patrimoniale” ha ragione di esistere solo se c'è una squadra di calcio che vi gioca in maniera continuativa e “professionale”. Condizione che, in Sardegna, mette la sola società rossoblù nelle condizioni di concorrere all'assegnazione di una titolarità, attraverso una gara pubblica. «Il Comune, in estrema sintesi, ha due scelte: o si disinteressa della questione o la affronta in entrambe le angolazioni», fanno notare gli avvocati di Cellino.
ALIENAZIONE In viale Laplaya si dicono anche pronti, nel caso si riuscisse ad arrivare a un accordo in tempi brevi per la dismissione del bene da parte del Comune, a procedere in tempi brevi all'eventuale demolizione dell'attuale struttura e al suo rifacimento, secondo il progetto della Karalis Arena , presentato oltre un anno fa in Municipio. L'ipotesi per ridurre i tempi, in questo caso, è quella di studiare la possibilità di affidare il tutto a un “contractor”, sulla scorta di quello che avviene per gli appalti pubblici: un solo appaltatore che, a caduta, si assumerebbe l'onere di applicare le procedure amministrative e distribuire gli incarichi per ognuno dei settori di intervento. Una novità che potrebbe essere rilevante riguarda anche le aree che potrebbero fare da contorno a un eventuale nuovo Sant'Elia. Comune e Cagliari calcio, infatti, non sarebbero pregiudizialmente contrari all'ipotesi di una sorta di cittadella dello sport, che potrebbe unire il nuovo impianto all'area di Monte Mixi dove ora sorgono il Palazzetto dello sport, la pista di pattinaggio e l'ex Palazzetto del pugilato. Progetto da sempre caro all'ex bandiera rossoblù Gigi Riva, fin qui dubbioso sulla possibilità di demolire e ricostruire l'attuale stadio.
I TEMPI Se quella della gara pubblica per l'assegnazione e l'affidamento dei lavori successivi alla società che se la aggiudicasse (al 99 per cento il Cagliari calcio) fosse la strada scelta, c'è un adempimento pressoché immediato: in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione (entro i prossimi due mesi), lo stadio dovrà passare dall'elenco dei beni patrimoniali indisponibili a quello dei disponibili. Una possibilità che in Comune danno per probabile.
IL PROGETTO Nel frattempo l'équipe di progettisti incaricata dal presidente Massimo Cellino di progettare la Karalis Arena non ha mai fermato l'elaborazione del piano: «Gran parte degli studi e dei calcoli sono già pronti da tempo - racconta l'architetto Jaime Manca di Villahermosa - a settembre ci sarà un ulteriore e decisivo passo in avanti, visto che inizieremo a testare la tenuta della copertura (in un materiale innovativo, che dovrà sopportare il peso dei pannelli fotovoltaici) nella galleria del vento. Un traguardo importante, tagliato il quale saremo pronti a consegnare il progetto esecutivo».
ANTHONY MURONI

01/09/2009