Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Enti locali, riforma con cinque province Maggioranza divisa

Fonte: L'Unione Sarda
12 settembre 2019

LA PROPOSTA.

La Gallura accanto alle quattro province storiche. E c'è chi vuole i territori “autonomi” come in Trentino 

Enti locali, riforma con cinque province Maggioranza divisa

Il disegno di legge è ormai imminente: l'ascesa di Olbia irrita Sulcis e Ogliastra

L'arrivo della riforma degli Enti locali è dato per imminente. Già tre mesi fa Quirico Sanna aveva detto che legge era pronta: cinque province, le quattro storiche più la Gallura con organi eletti a suffragio universale, per «un riordino che parte dal basso con il quale intendiamo rafforzare comuni e province e riportare la Regione ad essere un ente legislativo e di controllo». Nell'attesa, però, la maggioranza continua ad essere spaccata sul numero degli enti intermedi da comprendere nel testo di legge, ma anche sui tempi della riforma che verrà. La dimostrazione è arrivata ieri in commissione Autonomia riunita per discutere, tra le altre cose, la calendarizzazione delle proposte di legge che giacciono nel parlamentino.
In commissione
Due di queste, ad esempio, riguardano l'istituzione della Gallura e dell'Ogliastra (prima firma di Salvatore Corrias del Pd) ma a prescindere dalla riforma degli enti locali.
Il primo testo porta la prima firma del consigliere del Psd'Az Giovanni Satta e di tutti gli altri consiglieri galluresi, compreso il dem Giuseppe Meloni. Ieri Satta è ritornato alla carica sottolineando l'esigenza di un'approvazione rapida perché «non sappiamo quando la riforma arriverà in commissione e poi in Aula». Ma l'orientamento del presidente Pierluigi Saiu (Lega) sembra indirizzato verso un'altra direzione: attendere la riforma completa.
«Come in Trentino»
E, intanto, il consigliere della Lega Ignazio Manca ha rilanciato sulla costituzione di due province Autonome - sud e nord Sardegna, sul modello del Trentino Alto Adige.
«Molti consiglieri sono d'accordo con questo schema», ha spiegato l'esponente del Carroccio, «le cinque province sono limitative, senza contare l'effetto domino delle rivendicazioni: quando la Gallura otterrà il riconoscimento, ci saranno altri territori che in maniera legittima vorranno dire la loro. Non stiamo parlando di aprire o chiudere una bottega, la riforma degli enti locali va affrontata con attenzione».
Tutti contro tutti
Un ragionamento che Satta non condivide: «Per parlare di province autonome bisogna modificare la Costituzione, non penso sia un percorso percorribile, credo poi che la Gallura abbia delle peculiarità che altri territori non hanno, a partire dai confini certi. È fondamentale invece capire quali siano i requisiti oggettivi per dare la possibilità di far nascere nuove province».
Resta il fatto che le rivendicazioni da parte di oglistrini e sulcitani non mancheranno. Anzi, ci sono già. Per citarne due: Michele Ennas (Lega) nei giorni scorsi ha ribadito il diritto del Sulcis ad essere provincia. Idem il collega di partito Fabio Usai, sempre sul Sulcis Iglesiente. Insomma, i nodi sono ancora da sciogliere.
«Aspettiamo il riordino»
Tuttavia, ha spiegato il presidente della Prima commissione Pierluigi Saiu (Lega), «c'è una volontà pubblica, espressa anche dal presidente della Regione, di inserire la Gallura nel riordino degli enti locali che tra l'altro è annunciato a breve, e anch'io ritengo che quella sia la sede per discuterne».
Da parte sua, Satta ha ribadito che «chiaramente stiamo aspettando la proposta della Giunta, però chiediamo anche di non arrivare nel calderone di un Consiglio che dovrà pronunciarsi sulle richieste di Sulcis e Medio-Campidano. Poi, se la la riforma arriva entro settembre come è stato annunciato, allora siamo disposti ad aspettare».
Roberto Murgia