Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via San Paolo, nuova discarica dopo la bonifica

Fonte: L'Unione Sarda
26 agosto 2019

Su Instragram il sindaco ha fatto sintesi estrema: «Caddozzi, noi vi guardiamo», ha scritto Paolo Truzzu, a corredo di una foto che mostrava le prime buste di immondezza abbandonate in via San Paolo, appena un paio d'ore dopo la bonifica. Alludeva alla telecamere fisse e mobili che il Comune sta sistemando nei “luoghi sensibili”: sono i punti semi-nascosti della città in cui gli incivili - quasi sempre evasori della Tari, il tributo comunale per i rifiuti - abbandonano sacchi di spazzatura indifferenziata. E lo fanno tutti i giorni, con un meccanismo di accumulo che forma discariche sempre più estese, finché la zona non è sommersa dai rifiuti.
Bonifiche inutili
Se la creazione di discariche abusive fosse una disciplina olimpica, Cagliari sarebbe certamente medaglia d'oro. Forse è arrivato il momento di prenderne atto: il numero di teppisti ambientali è troppo alto, nelle famiglie e nelle ditte cagliaritane, per poter essere considerato un fenomeno - come si dice - “fisiologico”. Lo testimonia, fra i tanti casi, proprio quello di via San Paolo, la strada che - ironia della sorte - costeggia il grande deposito di cassonetti ritirati dalle strade della città quando è cominciata la raccolta differenziata. Mercoledì mattina è stata fatta una bonifica straordinaria: le squadre delle ditte d'appalto hanno portato via i sacchi e l'altro materiale abbandonato, poi hanno rimosso uno per uno ogni rifiuto “sfuso” gettato nelle cunette. Due ore dopo si è vista la prima busta - quella che ha causato la reazione del sindaco - e ieri la situazione non era certo paragonabile a quella del pre-bonifica, ma di fatto via San Paolo è tornata a essere una discarica.
Inquinatori seriali
I rioni popolari di Pirri, Sant'Elia, via Seruci, diverse zone di San Michele: sono queste le pattumiere cagliaritane che finora è stato inutile ripulire, perché “sacchetto-selvaggio” (quando c'è, il sacchetto) è una religione con troppi fedeli. Non tutti i devoti sono cagliaritani, si sospetta. Già, perché il Capoluogo è stato l'ultimo Comune a differenziare i rifiuti, dunque per molti anni è stato - con i suoi cassonetti in servizio prolungato - la valvola di sfogo dei pendolari che non facevano la differenziata nei Comuni vicini, dove il porta a porta esisteva già. Gli incivili d'importazione scaricavano e chi si è visto si è visto, anche se in realtà non li vedeva nessuno. Ora, con il porta a porta, si è scoperto il nervo degli evasori: niente Tari significa niente kit (mastelli, soprattutto), quindi chi non paga non può differenziare e butta tutto per strada. E poi ci sono quelli che, di separare i rifiuti, semplicemente non ne hanno voglia.
Danno economico
Superato il tetto di bonifiche incluse nell'appalto, per ripulire le discariche prodotte dagli incivili il Comune spende fra i 300 e i 500 euro per ogni intervento (settantamila euro l'anno scorso). Si aggiungono le premialità della Regione che si perdono e i costi di smaltimento per l'indifferenziato portato via dalle strade. Un pessimo affare: soprattutto per chi paga già la tassa e poi si deve accollare anche i costi di smaltimento di chi evade. Siamo o non siamo una comunità?
Luigi Almiento