Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Non siamo razzisti né omofobi» Il prefetto: episodi isolati. Il sindaco: atti ignobili. Il vescovo:

Fonte: L'Unione Sarda
9 agosto 2019

LE REAZIONI.

Dopo le aggressioni e gli insulti a un omosessuale e a due ragazzini ivoriani

«Non siamo razzisti né omofobi» Il prefetto: episodi isolati. Il sindaco: atti ignobili. Il vescovo: inumano 

«Due episodi gravissimi che richiedono ogni sforzo affinché i responsabili siano perseguiti dalla Giustizia. Mi consola che i cagliaritani non siano razzisti né omofobi: questi sono episodi isolati». Ne è convinto il prefetto Bruno Corda, dopo il caso dell'omosessuale derubato e preso a sputi da tre ragazzini in piazza Matteotti e l'altro, quello di due adolescenti africani insultati con la loro tutrice da una donna ai Giardini pubblici. «In città esiste il senso della solidarietà», aggiunge il prefetto Corda, «razzismo e omofobia non sono condivisi. Manterremo un livello di vigilanza alto affinché l'intolleranza non abbia spazio. Da poco si è svolto il Sardegna pride», precisa il prefetto, «in un clima di tranquillità assoluta. Al di là dei singoli che commettono episodi disdicevoli», conclude Bruno Corda, «Cagliari non è intollerante».
Il sindaco
Condivide Paolo Truzzu, alla guida della Giunta di centrodestra che governa la città. Premette: «La mamma dei cretini è sempre incinta e i suoi figli, in questi giorni, sono stati particolarmente attivi». Condanna netta, insomma, per gli autori di due atti «ignobili e delinquenziali. C'è un problema», secondo Truzzu, «di percezione della sicurezza: si temono gli africani perché i governi nazionali precedenti hanno consentito un'immigrazione incontrollata. L'assenza di regole ha finito con l'esaltare i protagonisti di questi episodi».
L'arcivescovo
Non fa sconti monsignor Arrigo Miglio: «Gli episodi di intolleranza sono preoccupanti per la loro gravità. Ledere la dignità delle persone a motivo della propria appartenenza etnica, degli orientamenti culturali, ideologici o affettivi», dice l'arcivescovo, «è inumano. Certamente siamo di fronte a un fenomeno dal quale, come cristiani, dobbiamo prendere nettamente distanza. Ma non si tratta solo di una condotta antievangelica quanto, piuttosto, del venir meno dei valori basilari di solidarietà e accoglienza. Ci siamo giustamente indignati lo scorso anno, nell'ottantesimo delle leggi razziali promulgate in Italia. Ora», aggiunge Miglio, «ci ritroviamo davanti a episodi che manifestano un razzismo non meno vergognoso. Invece di andare avanti rischiamo di tornare indietro. Episodi come questi ci ricordano che le conquiste civili non sono mai definitivamente acquisite, ma vanno sempre rimotivate e consolidate».
Gli stranieri
«Non mi sento inferiore né superiore a nessuno: questo è l'unico modo per non essere razzisti». Abdou Ndiaye, rappresentante della comunità senegalese, è diretto: «Da sempre l'umanità si divide in uomini e donne, etero e omosessuali, bianchi, neri e gialli: mai è stato possibile classificare le persone a seconda di questi parametri. Non averlo capito nel Terzo millennio significa essere al di fuori della realtà». Ndiaye non generalizza: «I cagliaritani? Gente perbene. Razzismo e omofobia appartengono a poche persone non contente del proprio rango sociale, che si scagliano contro chi non conta niente». Il rappresentante dei senegalesi è chiaro: «Il tuo rango sociale, non te lo sposto io: casomai combatti tu per ottenere i diritti che ti spettano, impégnati per raggiungere quella mobilità sociale che consente al figlio del pastore di diventare medico». Non accetta il discorso di Truzzu: «La visione del sindaco è politica e manca l'integrazione, un processo che richiede un'etica della responsabilità». E conclude: «La gestione dell'emergenza non può essere eterna: ora l'immigrazione è un tema da trattare, definendo i percorsi per l'integrazione sicura e responsabile».
Il sindacato
«Razzismo e omofobia sono un segnale dei tempi che rispecchia atteggiamenti, azioni e linguaggio di chi governa», secondo il responsabile regionale Immigrazione della Cgil, Nicola Cabras: «Anziché affrontare i problemi delle persone, si sposta l'attenzione su paure e categorie di persone, così i problemi restano e chi li subisce trova un capro espiatorio sul quale riversare la propria frustrazione. È una deriva pericolosa che purtroppo sta caratterizzando anche Cagliari e va fermata con messaggi chiari da chi amministra. Il sindaco Truzzu ci dica come intende agire».
E pensare che un tempo il razzismo quasi non si sapeva cosa fosse, si cantava di «altissimi negri» senza che nessuno si offendesse. Ma era l'hully gully, cioè solo un ballo. Come allora, ci si sposta sempre. E sempre si torna al punto di partenza.
Luigi Almiento