Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un sì anticipato per evitare il rimpatrio

Fonte: L'Unione Sarda
28 agosto 2009

La storia. Lui di Cagliari, lei russa: le nozze il giorno prima della scadenza del permesso di soggiorno


«Ci siamo sposati un anno prima rispetto alla data fissata, cioè il giorno prima che scadesse il permesso di soggiorno di mia moglie, perché altrimenti sarebbe dovuta tornare in Russia e rientrare solo con la certezza di un lavoro e di un contratto, e con l'incubo delle liste contingentate che limitano gli ingressi. Una corsa contro il tempo per via della burocrazia». Massimo Spiga (cagliaritano di 42 anni, operatore turistico) e la moglie Masha Maltzeva (35 anni, arrivata nell'Isola dalla lontana Siberia) si sono sposati otto anni fa e la loro è un'unione ormai felice.
Prima, però, hanno dovuto scontrarsi con le mille pieghe della burocrazia. «Siamo dovuti andare sino all'ambasciata russa a Roma - raccontano - per ottenere il nullaosta consolare al nostro matrimonio. Poi, sempre nella Capitale, abbiamo dovuto farlo autenticare dalla Prefettura. Una volta tornati in Sardegna, visti i tempi ristretti, ci è toccato chiedere al Tribunale di abbreviare i tempi delle pubblicazioni affinché non scadesse il permesso di soggiorno».
Un'odissea coronata con un matrimonio felice e due bellissimi bambini di sei e quattro anni che, ancora oggi, pur essendo figli di una coppia mista, devono comunque ottenere sempre il visto (pagando ciascuno 120 euro) ogni volta che vogliono riabbracciare i nonni materni.
Stesso discorso per Masha: non ha chiesto la cittadinanza italiana per evitare di perdere definitivamente quella russa. «Mentre in Europa e nel resto dell'occidente è previsto il doppio passaporto - chiarisce Massimo Spiga - per la Russia questo non è consentito: si deve per forza scegliere o l'una o l'altra soluzione, con i pro e i contro che ne derivano».
Aperta di recente un'agenzia turistica a Elmas (Terra Mitica, in via Sulcitana), l'esperienza maturata per abbattere le barriere della burocrazia e riuscire finalmente a sposarsi è diventata anche un lavoro: un punto d'appoggio per i viaggi di molti cittadini dell'Est. E le differenze culturali? «Ci completiamo a vicenda - prosegue Spiga - ovviamente per vivere assieme tra persone di culture differenti serve, oltre che un grande amore, anche una forte capacità di adattamento e una notevole flessibilità da parte di entrambi».
Ma i problemi, legati soprattutto al riconoscimento dei titoli di studio, restano. La laurea in Pedagogia conseguita a Mosca con ottimi voti, in Italia è inutile per qualsiasi lavoro titolato: «È come se mia moglie non si fosse mai laureata - conclude l'agente di viaggi - perché in nessun modo si riesce a far riconoscere la sua laurea nel nostro paese. Ci abbiamo provato in mille modi, ma l'unica soluzione è quella di riprendere nuovamente gli studi e conseguirne una nuova. Un'ingiustizia per chi ha faticato tanti anni sui libri con sacrificio e ottimi risultati».
FRANCESCO PINNA

28/08/2009