Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti, blatte e muffa: la lotta giornaliera di chi vive in periferia

Fonte: L'Unione Sarda
15 luglio 2019

I quartieri del malessere: cumuli di spazzatura in strada, topi, pochi servizi, abitazioni fatiscenti

Rifiuti, blatte e muffa: la lotta giornaliera di chi vive in periferia

A San Michele e Is Mirrionis i residenti protestano contro il Comune «latitante» 

Con una temperatura esterna che tocca i 42 gradi, il tanfo dolciastro della spazzatura abbandonata all'aperto dà alla testa e toglie il fiato. Chi vive qui, nelle palazzine a quattro piani di via La Somme, è quasi assuefatto. I rifiuti traboccano dai cassonetti e aumentano di quantità anche sulle strade, richiamando topi che arrivano sin sui balconi di appartamenti ampi non più di 45 metri quadrati. E che dire delle blatte, della muffa sulle pareti, dei muri tanto sottili da far sentire quel che fa il vicino, delle tubature che si intasano?
Quartieri periferici
Siamo a San Michele e Is Mirrionis, dove «mancano i servizi minimi» e il Comune, assicurano i residenti, «è latitante». In via Timavo i fili elettrici degli impianti condominiali sono alla portata di chiunque e gli scantinati trasudano umidità. Fognature e muri di tante abitazioni in via Podgora, via Baronia, via Is Mirrionis e via Cornalias sono vecchi e malandati. Allora si capisce cosa significhi vivere in un quartiere di frontiera, dove la densità abitativa è elevata (case attaccate una all'altra) e la privacy una parola sconosciuta. Maria Rosaria Zanda abita «da 18 anni» al primo piano in via Timavo. Davanti all'ingresso due carcasse d'auto e un cumulo di spazzatura davano il benvenuto sino a pochi giorni fa (il Comune ha tolto tutto e installato telecamere per controllare). Sono le “case parcheggio” che l'ex assessore comunale Gianni Chessa, oggi in Regione, voleva abbattere e ricostruire. «Le condizioni sanitarie sono al limite», aveva detto nel 2017. Sono ancora lì. «Una volta ho trovato una blatta anche nel frigo», sottolinea Zanda, «e tutta la zona è piena di topi. Qui davanti vengono a scaricare rifiuti in piena notte, mobili compresi». Il bagno è senza finestre, dalle pareti cade l'intonaco. Situazione pressoché identica a quella di Gianfranco Fiorelli, proprietario - con la moglie - di un appartamento in via Podgora 5: tra il solaio e le pareti si forma la muffa nonostante «i tanti lavori pagati dal sottoscritto». All'esterno le facciate sono state risistemate ma già mostrano i segni di una nuova incuria. All'ingresso i fili elettrici sono a vista, mentre al piano superiore Giovanna Pau ancora attende una nuova porta dopo i danni provocati da un atto intimidatorio nel pianerottolo.
Blatte, topi, spazzatura
Su via La Somme gravitano decine di nuclei abitativi. Foto perfetta di cosa abbia prodotto l'edilizia popolare degli anni Cinquanta e Sessanta. «Siamo disoccupati, qui viviamo in quattro», spiega Simona Deriu, 42 anni, inquilina di un'abitazione di 45 metri quadrati al piano terra: «Le fogne si intasano, si sente tutto quello che fanno i vicini, manca l'aria, dal bagno è caduta parte del solaio. Vorremmo una casa un po' più grande. Tanti qui sono nelle nostre condizioni». Come Silvio Pinna, 60 anni, proprietario di 43 metri quadrati al civico 2: «Ho rifatto l'impianto idraulico, quello elettrico, il pavimento. L'appartamento vale 42 mila euro, ne ho sborsati 30 mila. Nelle pareti la muffa abbonda, devo combattere con topi e blatte: colpa della spazzatura. Che rimettano i grandi cassonetti per la differenziata, altrimenti buttiamo tutto in strada». Nello stesso edificio Maria Silvia Zoncheddu ha dovuto smantellare il pavimento sotto il quale «c'era un pozzo», e per il fetore dovuto alla spazzatura «non si possono neanche aprire le finestre». La vicina Rosalba Pandolfi, 63 anni, lamenta l'assenza di «un scendi scale» e di un bagno adeguato per un parente disabile convivente. Maria Gabriella Cirina e il marito Mario Contu hanno ancora un impianto elettrico “a piattina”, cioè con cavi degli anni '50 e '60 «mai cambiati. In estate il caldo è opprimente. Interventi del Comune? Ma va...». Sui muri esterni crescono cespugli, gli scarichi fognari lungo le pareti sono sistemati col nastro isolante. L'asfalto è devastato, mancano panchine e aree verdi. «Le tubature dei bagni erano in ferro zincato e piombo», assicura Luciano Mandas, 52 anni, che per finestre, vetrate e porte ha speso «20 mila euro». Sui balconi ogni tanto compaiono «topi belli grandi» e dall'esterno «cadono calcinacci».
Via Baronia
In via Baronia, Roberto Sorgia ha bisogno di una carrozzina su misura. La Asl gliela fornirebbe, ma «il Comune deve cambiare il nastro esistente sulle scale con un altro adeguato», spiega la cognata Anna Mulliri. «Da dieci anni esco solo per le visite mediche», sottolinea Sorgia: «Ho comprato la casa quattro anni fa e vorrei venderla per prenderne una al piano terra, ma c'è il vincolo decennale. Mi serve solo il via libera dell'amministrazione». Un piano più su la 90enne Francesca Piredda è bloccata: il nipote e tutore legale Simone Brau la segue in ogni necessità e ha chiesto al Municipio di realizzare un accesso diretto tra camera e bagno. «Dicono che non si può», spiega il giovane, «questioni di planimetria. Ci hanno negato anche il servoscala». Mariano Brucchietti nell'appartamento di via Cornalias ha la «muffa» e spesso trova «i topi nella veranda». Benvenuti in periferia.
Andrea Manunza