Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Castello senza ascensori: serve altro tempo

Fonte: L'Unione Sarda
2 luglio 2019


Qualcuno ci ha creduto davvero. Così, carico di speranza e col volto sorridente di chi pensa sia la volta buona, si è avvicinato fiducioso all'ascensore di Santa Chiara. Qualche istante di esitazione davanti alle portine, poi l'amara constatazione: l'attesa non è finita. Copione identico per chi ha puntato sugli impianti di viale Regina Elena. Tutti fermi, nonostante l'imminente taglio del nastro annunciato durante l'ultimo sopralluogo. Quello del 12 giugno che, stando alle previsioni, avrebbe dovuto far ripartire gli elevatori nel giro di due settimane circa. Ma dopo diciannove giorni tutto tace.
MINISTERO E COMUNE
«Siamo stati coinvolti venti giorni fa e da parte nostra abbiamo fatto ciò che dovevamo», premette Francesco Marongiu, referente regionale del ministero dei Trasporti. «Dopo le ultime verifiche di metà giugno ho predisposto la relazione da inviare agli uffici di Roma, e giovedì scorso è arrivato il via libera dell'Ustif», assicura. «A questo punto non c'è più alcun impedimento: è il Comune a dover procedere». Ma dagli uffici del servizio Mobilità, infrastrutture viarie e reti di Palazzo Bacaredda prendono altro tempo: «È arrivata l'autorizzazione del Ministero, adesso stiamo selezionando l'impresa che dovrà occuparsi delle manutenzioni e del pronto intervento degli elevatori», spiegano. «Bisognerà attendere al massimo altre due settimane, giusto il tempo tecnico richiesto dall'iter burocratico. Successivamente verrà bandita una gara per l'affidamento pluriennale». E sarebbe anche una meravigliosa notizia, se non fosse che dopo un'infinità di proclami andati a vuoto, false partenze, due anni di isolamento e scalate forzate, tra gli abitanti di Castello - e non solo - si respira un comprensibile scetticismo. E forse anche tra i turisti, che da un'estate all'altra si sono imbattuti in quel cartello “We apologize for the incovenience (Ci scusiamo per il disagio)”, diventato quasi parte integrante del paesaggio. Allora l'entusiasmo è rimandato: a quando si potrà scrivere realmente la parola fine su una storia infinita e un tantino tragicomica.
Il futuro
L'ultimo paragrafo è il sopralluogo del 12 giugno. Un'ora e mezzo di collaudo, alla presenza dei tecnici della Marrocco Elevators (la ditta che si è aggiudicata l'appalto per la fornitura degli impianti), del progettista e responsabile di esercizio Alessandro Merici, del dirigente comunale del servizio Mobilità, infrastrutture viarie e reti Pierpaolo Piastra e della funzionaria della Regione Cristiana Farci, poi il tanto atteso semaforo verde acceso nella Capitale, e un futuro che si preannuncia senza malfunzionamenti. Perché i nuovi ascensori sono di ultimissima generazione: hanno persino un impianto di climatizzazione interno impostato sui venticinque gradi. Che eviterà ai fruitori le saune forzate alle quali erano ormai abituati. E anche il rischio surriscaldamento sembra essere scongiurato grazie ai motori elettrici che hanno preso il posto di quelli a olio. Ma per brindare è meglio aspettare che entrino in funzione mettendo fine alla tortura. Perché camminare farà pure bene, ma magari con le buste della spesa e col sole a picco non per tutti è piacevole o sopportabile. Soprattutto per anziani e disabili. O più banalmente per chi non vanta doti atletiche e particolare resistenza fisica. E allora, che parta il nuovo conto alla rovescia.
Sara Marci