Rassegna Stampa

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Turismo, estate grigia per gli operatori: “Presenze in calo del dieci per cento”

Fonte: web sardiniapost.it
2 luglio 2019

Turismo, estate grigia per gli operatori: “Presenze in calo del dieci per cento”

I dati confermano le previsioni che già dal mese di maggio indicavano segni negativi: la stagione turistica in Sardegna quest’anno ha le tonalità del grigio. La conferma arriva direttamente da Federalberghi Sardegna, associazione che riunisce la maggior parte delle strutture alberghiere sarde e che ha commissionato uno studio sul sentiment (la percezione) degli operatori turistici degli hotel e delle strutture dell’extra alberghiero. Secondo l’indagine, realizzata nel mese di giugno attraverso 450 questionari online dal responsabile scientifico Giacomo Del Chiappa, professore di marketing del dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Sassari e dall’Osservatorio di Federalberghi Sardegna, le presenze durante questa stagione estiva diminuiranno. I risultati sono stati presentati questa mattina durante una conferenza stampa cui ha partecipato il presidente di Federalberghi regionale, Paolo Manca, con i componenti del direttivo regionale.

Il 56,9 per cento degli operatori intervistati ritiene che nel 2019 arriveranno complessivamente meno turisti (lo prevede il 61,8 per cento degli albergatori e il 54,2 degli operatori dell’extralberghiero). Solo il 21,6 del totale ritiene che i turisti aumenteranno rispetto al 2018 (il 20,8 per cento dell’alberghiero e il 22,5 dell’extralberghiero). Tra gli operatori che vedono nei prossimi mesi un pesante calo, per il 24,2 per cento il numero dei turisti sarà in calo di oltre il 10 per cento rispetto all’anno scorso. Il 21,5 per cento ritiene invece che il numero rimanga stabile, per l’8 per cento delle persone intervistate invece i numeri saranno in crescita, sfiorando un + 5 per cento.

Brutte notizie anche per quanto riguarda le prenotazioni: il 56 per cento del totale degli intervistati pensa che le prenotazioni possano essere inferiori se paragonate a quelle del 2018, in particolare ne è convinto il 57,4 per cento degli albergatori e il 55,1 del settore extralberghiero. Nel dettaglio per il 23,1 per cento si potrebbe registrare una diminuzione che supera il 10 per cento. Solo il 7,4 per cento (8,4 per cento albergatori e 7 per cento extralberghiero) pensa che ci possa essere un aumento di appena il 5 per cento, tuttavia secondo il 23,3 per cento (23,1 alberghiero e 22,8 extralberghiero) si potrebbero confermare i numeri dello scorso anno.  Nonostante non ci siano grandi aspettative dai professionisti del settore turistico, l’indagine dimostra che rimarrà stabile il numero dei dipendenti (secondo l’83,5 per cento), lo pensa il 72,9 per cento degli albergatori, percentuale più alta se ci si sofferma alla ricettività extralberghiera (88,8 per cento).

Secondo i metodi di analisi su scala Likert 5 punti (1 equivale a per niente e 5 a moltissimo), a pesare maggiormente sulla stagione è il trasporto via mare (4,12 punti), lo pensano soprattutto gli operatori del turismo extralberghiero (4,11), quasi dello stesso parere gli albergatori (4,09). Le altre criticità hanno valori che non si discostano di molto: quasi di pari passo ai trasporti marittimi ci sono i collegamenti aerei (3,94), lo pensano soprattutto gli albergatori (4,03), ma anche chi arriva dal mondo extralberghiero (3,89). Seguono le difficoltà legate a una governance turistica (3,84), la promozione regionale (3,83), i trasporti interni (3,78) e l’innovazione dell’offerta turistica 3,71). Tra le criticità rilevate anche la scarsa collaborazione tra pubblico e privato nella gestione del turismo, la crescita della sharing economy, la scarsa pulizia degli arenili e il fenomeno dell’abusivismo.

 

Ed è proprio questo fenomeno a preoccupare gli operatori: secondo un’indagine realizzata con la collaborazione di Incipit consulting (Innovazione e Consulenza Integrata per il Turismo) il sommerso turistico in Sardegna continua a dilagare. Nel mese di aprile di quest’anno si contavano già 31.676 posti in vendita su Airbnb (30.094 a dicembre), fino a un anno prima (2017), nello stesso periodo, se ne contavano 25.110. In cima alla classifica di alcuni comuni della regione, c’è Olbia (2379), segue Alghero con 1998, Cagliari (1770), 1460 ad Arzachena, 1274 a San Teodoro, 1082 a Santa Teresa di Gallura, e ancora 1043 a Quartu Sant’Elena, 973 a Villasimius, 769 a Budoni e 731 Pula. Secondo i dati dell’indagine, non si tratta di alloggi condivisi. Infatti l’84,59 per cento degli annunci è riferito ad appartamenti interi in cui non abita nessuno. Solo lo 0,11 per cento offre una stanza condivisa, mentre il 15,30 una stanza privata. I gestori, sempre secondo l’indagine, accolgono gli ospiti per arrotondare, ma il 61,32 per cento degli annunci è pubblicato da host che gestiscono più di un alloggio, solo il 38, 68 per cento ne gestisce solo uno. Il 64,15 per cento degli alloggi è in vendita per oltre sei mesi all’anno, quindi il dato dimostra che non si tratta di attività occasionali, solo 8,01 per cento sono in vendita sino a 60 giorni, l’11,30 per cento da 61 fino a 120 giorni, il 16,55 invece degli alloggi da 121 a 180 giorni (dati aprile 2019).

“La ricerca dimostra, come abbiamo preannunciato diversi mesi fa, che per la prima volta dopo anni con segni positivi, la stagione presenterà delle cifre negative – spiega Paolo Manca -. Buona parte degli operatori, due su tre, si aspetta un calo di presenze  e di fatturato. La fiducia degli operatori però è dimostrata sul versante dell’occupazione: in controtendenza con il dato sulle aspettative c’è l’occupazione che rimane stabile, segno che gli operatori puntano a mettere in campo tutti gli investimenti possibili per contenere l’andamento negativo”. Per Manca sono necessari, poi, strumenti per combattere la piaga dell’abusivismo. “Riscontriamo un evidente squilibrio in termini di ricadute derivate dalla situazione di irregolarità legata al sommerso. Ribadiamo da anni che servono nuove regole per proteggere il consumatore, la collettività, i lavoratori, e il mercato. Ma a poco servono le buone regole se non ci sono buoni controlli, e purtroppo esistono anche le regole obsolete che non servono più: se non servono vanno eliminate”. (red. sp)