Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bed and Breakfast, arriva l'anno boom

Fonte: L'Unione Sarda
24 agosto 2009

Storia di un'avventura imprenditoriale a cui credevano pochi

Al completo le settanta strutture che operano in città

Se il turismo cagliaritano rimane a galla nonostante le ondate della crisi internazionale (le presenze nelle strutture alberghiere sono salite del 2,39 per cento, mentre il resto d'Italia perde quasi 8 punti), il merito è in buona parte dei Bed and breakfast. Prezzi contenuti, servizi che non si allontanano molto da quelli degli alberghi e maggiore flessibilità in quasi tutte le voci: orari, tariffe, disponibilità degli impiegati. «È una scelta di vacanza completamente diversa da quella fatta in hotel. Non siamo concorrenti diretti, abbiamo mercati diversi. Forse in questo momento siamo un modello di turismo che riesce a reggere meglio in questo periodo di contrazione dei consumi», racconta Rita Tidu, proprietaria di un B&b a Castello e presidente dell'associazione (che raggruppa 80 strutture della Provincia, di cui 70 in città) Domus Kalaritanae.
Il segreto di quello che gli addetti ai lavori non vogliono chiamare boom (ma Confcommercio, nella sua relazione semestrale, ha parlato di «fortissima crescita») è legato a doppio filo con la crescita turistica della città.
Il segreto? «Noi socializziamo con gli ospiti. Tra i nostri clienti, molti potrebbero permettersi una vacanza in albergo. Non ci scelgono per risparmiare, ma perché stanno meglio». La stagione estiva è rosea: «Nessuna flessione, al massimo una conferma dei numeri, in aumento, dell'anno scorso. Tanto per capire: ora avrei difficoltà a trovare un posto libero nelle strutture dell'associazione».
Non ci sono posti liberi neanche nelle 20 stanze che Stefano Lai, amministratore delle società Sardinia Domus e Cagliari Domus, ha comprato e ristrutturato tra il largo Carlo Felice e via Crispi. Ha iniziato sette anni fa con tre camere, ora vorrebbe arrivare a 60: «La domanda c'è sempre, non solo d'estate. A luglio il 98 per cento delle nostre camere era occupato. E anche in questi giorni siamo quasi al completo».
Nel 2002, quando è cominciata la sua avventura, il mercato era diverso: «Andavamo a prendere i clienti all'aeroporto, organizzavamo spaghettate per farli sentire a casa. La nostra forza è questa: accogliere i turisti come in una famiglia, ma senza essere troppo invadenti». Ora ha speso 250 mila euro per ristrutturare tre appartamenti, 500 metri quadri in tutto, e ha scelto di investire quasi 100 mila euro nella formazione degli impiegati: «Mi dicevano: "Sono soldi buttati, a che serve?". Invece nessuno può improvvisare». In sette anni ha assunto altrettanti dipendenti, e la manutenzione delle 12 camere (travi a vista, archi in pietra, letti in ferro battuto e lenzuola di Mogoro) è affidata a un ragazzo che partecipa a un programma di recupero: «La mattina lavora qui, la sera torna in carcere. Tutti hanno diritto a una seconda possibilità». Quella che spesso cercano anche i turisti: «Molti tornano perché si trovano bene. Se i B&b vanno bene anche nel resto della città è perché pian piano gli imprenditori hanno capito che bisogna trattare bene i clienti, per farsi conoscere e avere un ritorno di immagine per l'intera città». La svolta, racconta Lai, è arrivata grazie ai soliti noti: «I voli low cost che portano turisti da Spagna, Inghilterra e Germania». Lo confermano i dati dell'aeroporto di Elmas: 45 mila passeggeri a settimana. Ma anche la trasformazione del centro storico ha il suo ruolo: «Le isole pedonali della Marina e di Stampace hanno fatto diventare Cagliari una città più accogliente».
MICHELE RUFFI

22/08/2009