Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una grigliata riunisce la città a Sant'Elia

Fonte: L'Unione Sarda
24 agosto 2009

La sagra. Signore ingioiellate e mamme con le carrozzine in fila per gustare muggini e frittura mista

Oltre 2500 a tavola. Gli organizzatori: cerchiamo il rilancio del rione

Una festa a metà strada tra sagra e operazione pubblicitaria, che ieri ha dato da mangiare a 2.500 persone.
Le folate di scirocco fanno schioccare le griglie e diffondono un invitante odore di muggine mentre in fila, con un vassoio in mano, i ragazzi di Sant'Elia contano almeno cento persone. Sono le sette di sera e il sole è ancora alto sul Lazzaretto. «Non c'è nessuno del quartiere: meglio così, era quello che volevamo», sorride Mauro Zedda, uno dei padri della prima Sagra del pesce organizzata nel rione.
L'ORGOGLIO DEL QUARTIERE Questione di orgoglio. Una merce che nel Borgo vale come l'oro: «Quelle là», dice indicando i palazzotti color pastello, «sono le case dei pescatori. Fino ad ora queste feste le organizzavano a Giorgino e Stampace. Perché non dovremmo farlo anche noi?». Racconta che l'idea è venuta a un gruppo di amici di fronte a un paio di birre bevute in riva al mare, nella piazzetta tra l'oratorio e il campo sportivo. «Lo abbiamo fatto per tanti motivi: volevamo aprire il quartiere, farlo conoscere al resto della città. Molti parlano di Sant'Elia senza esserci mai venuti».
OPERAZIONE-IMMAGINE Una festa a metà strada tra sagra paesana e operazione pubblicitaria, che ieri ha dato da mangiare a 2.500 persone. Muggini e orate pescate giovedì e venerdì nello stagno di Santa Gilla dalla gente del rione, calamari e gamberi fritti da un plotone di volontari in maglietta blu (una quarantina in tutto: oltre ai giovani dell'oratorio, i veterani Giorgio Ollano, Sergio Farci, Tore e Pino Mancosu, Billo Vistosu, Marcello Di Martino, Pietro Saba), fette di anguria e vino bianco e nero.
DONNE INGIOIELLATE Mentre due ragazzi prendono una pila di vassoi da distribuire nelle case («Abbiamo preso le ordinazioni di una ventina di persone anziane, che non possono muoversi: oggi è festa per tutti», spiega Zedda) signore ingioiellate e mamme con le carrozzine sgomitano per sedersi nelle tavolate apparecchiate di fronte al palco, tra venditori ambulanti, torronai e palloncini gonfiati a elio. «Non venivo a Sant'Elia da almeno vent'anni», dice Antonietta Accalai mentre solleva la pelle bruciacchiata di un muggine. «Non mi ricordavo fosse così bello qui: è un peccato che il pregiudizio rovini tutto». Già, il pregiudizio. Ovvero uno dei motivi per cui Zedda e gli altri amici hanno acceso friggitrici e barbecue: «Queste manifestazioni servono per far capire che viviamo in un quartiere normale: c'è qualcuno che sbaglia, ma qui c'è grande rispetto per gli altri e tante brave persone. Il Comune e le altre istituzioni non ci devono abbandonare».
PETARDI E KARAOKE Ogni tanto il sottofondo di voci viene interrotto da qualche boato: petardi di festeggiamento, è l'usanza del Borgo. Un antipasto dei fuochi d'artificio che hanno illuminato il cielo del Lazzaretto alle 23, dopo lo spettacolo degli allievi della scuola di ballo del quartiere (la “Dance Mania”) e il karaoke di Nicoletta Pisano (che quest'anno ha vinto il "Festival della canzone italiana, organizzato nel quartiere) e l'animazione di Luciano e Sonia Angius e Thomas Cardia.
«BORGO VIVIBILE» A trovare i soldi necessari per far divertire più di 2.000 persone ci ha pensato monsignor Marco Lai: 5 mila euro arrivati dall'ufficio di gabinetto del sindaco e del presidente della giunta regionale. Il parroco racconta: «Il valore aggiunto di questa festa è la visibilità e la vivibilità del Borgo. Ma non è l'unica occasione: ogni sabato c'è qualcosa, una gara di canto, un'esibizione di ballerini». Prima di Ferragosto, tanto per dirne una, al Lazzaretto c'è stata una tappa delle selezioni di Miss Italia. E qualche settimana prima, a luglio, la festa patronale. «L'aspetto più importante? Sant'Elia ha dimostrato che può far da sola tante cose, molto bene per giunta. È come un paese: qui vivono 8 mila persone, ci sono associazioni, Onlus, l'oratorio. Ora serve che anche gli altri facciano la loro parte». Gli altri sono la Regione e il Comune. Una parte della trasformazione del quartiere è già partita: da qualche mese sono stati aperti i cantieri della ristrutturazione del Borgo: un'operazione che dovrebbe risanare e modernizzare le abitazioni dei pescatori. Il primo contratto di quartiere, quello che avrebbe dovuto cambiare il volto dei palazzi Del Favero, invece è fermo: «È fallita l'impresa, i lavori sono bloccati», fa sapere monsignor Lai. Un'altra occasione persa.
MICHELE RUFFI

23/08/2009