Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Edilizia popolare, le idee dei candidati per i nuovi alloggi

Fonte: L'Unione Sarda
30 maggio 2019

 Nell'agenda del futuro sindaco ci sarà anche la questione dell'emergenza abitativa in città

Edilizia popolare,le idee dei candidati per i nuovi alloggi 

Droga, spazi insufficienti e degrado:
come risolvere i vecchi problemi 

Case vecchie, troppo piccole, inserite in quartieri senza servizi e dove spesso si spaccia droga. I problemi legati all'edilizia popolare saranno tra le priorità del futuro sindaco. Ecco come affronterebbero alcuni punti irrisolti i tre candidati Angelo Cremone (Verdes), Paolo Truzzu (centrodestra) e Francesca Ghirra (centrosinistra).
Piazza Granatieri di Sardegna è diventata un caso, demolire i palazzi o no?
Cremone: «Non mi esprimo, non c'è solo piazza Granatieri. Ci sono rioni completamente degradati. Serve una programmazione su tutto il territorio».
Truzzu: «Demolire e ricostruire. Oltre tre milioni di euro per rifare la facciata e le fogne di trenta appartamenti sono uno sproposito».
Ghirra: «In piazza Granatieri, come altrove, verrà attuata una manutenzione straordinaria con interventi necessari per ridare qualità agli alloggi. Anche per questo è nata l'Agenzia della casa».
Le case parcheggio non rispettano gli standard abitativi.
Cremone: «Bisogna attingere a dei bandi europei per ricostruire alloggi per la gente meno abbiente, ci sono dei quartieri che fanno schifo».
Truzzu: «Sono edifici difficilmente recuperabili. Meglio trovare una soluzione temporanea per le famiglie e ricostruire daccapo. In alternativa si potrebbero accorpare alcuni alloggi: non è possibile che 6 persone vivano in 24 metri quadrati».
Ghirra: «Serve un sistema coordinato: stiamo realizzando nuovi alloggi e riconvertendo edifici esistenti. Si potrà demolire solo quando avremo la certezza di poter dare a queste persone una casa degna di essere chiamata tale».
Chi spaccia negli alloggi popolari decade dal diritto di viverci, ma di solito resta lì.
Cremone: «Il Comune deve intervenire socialmente per il recupero di queste persone. Non bastano due pattuglie della Municipale la notte per combattere il degrado sociale in cui sono cadute certe famiglie per mancanza di lavoro».
Truzzu: «È un problema di ordine pubblico che non può essere a carico esclusivo del Comune o della polizia municipale».
Ghirra: «La risposta sta nelle politiche integrate, si riparte dalla scuola e dal cercare di garantire opportunità lavorative a queste persone».
Come si evitano i nuovi ghetti?
Cremone: «Riqualificando, riambientando, rimettendo intorno alle case il verde pubblico e i parchi. Ricostruendo quello che è stato costruito male».
Truzzu: «Con l'inclusione. Una grande opportunità è data dagli oratori, dai centri sportivi e di aggregazione che ora mancano nelle periferie».
Ghirra: «Cercando di distribuire chi ha diritto alla casa all'interno dell'edificato esistente e gli alloggi nei progetti di housing sociale».
Dove realizzerebbe l'edilzia popolare?
Cremone: «Si potrebbe programmare gradualmente l'eliminazione di certi ghetti che sono brutti da vedere sempre attingendo ai bandi comunitari e quindi ampliando e costruendo intorno il verde pubblico».
Truzzu: «Anche nelle aree dove ci sono già: esistono dei volumi non utilizzati che il Comune potrebbe sfruttare. Ripeto: bisogna ricostruire in base ai nuovi standard anche dal punto di vista della digitalizzazione e dell'efficientamento energetico».
Ghirra: «Si potrebbe cominciare da tutti gli spazi non utilizzati e dal patrimonio comunale esistente che può essere utilizzato per dare una casa a chi non ce l'ha».
Mariella Careddu