Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Noi da qui non ce ne andiamo»

Fonte: L'Unione Sarda
18 agosto 2009

Via Castelfidardo. Tensione alle stelle dopo la notifica degli ordini di sgombero degli immobili dichiarati inagibili

I 15 residenti: «Pronti ad accamparci in Municipio»

Le case pericolanti devono essere abbandonate entro giovedì. «Altrimenti ci saranno conseguenze penali», minaccia il Comune.
«Non abbandoneremo le nostre case perché non abbiamo un altro posto dove andare. Non ci possono buttare per strada. Prima ci devono consegnare le chiavi dell'eventuale alloggio sostitutivo, dopodiché saremo noi a valutare se trasferirci o meno».
Francesca Dore, 32 anni, è categorica e annuncia battaglie legali e mediatiche. Come gli altri 14 inquilini dei palazzi di via Castelfidardo che il giorno di Ferragosto hanno ricevuto le due ordinanze che prevedono lo sgombero, entro giovedì, delle palazzine dove vivono, ai numeri civici 1B e 3. «Da qui non ci muoveremo e non possono portarci via di peso», ribadisce Dore. «Tra l'altro insieme a me e a mio fratello vivono i nostri nonni che sono molto anziani e hanno bisogno di assistenza. Se vogliono che abbandoniamo le nostre case, prima ci devono dare garanzie precise».
LE RICHIESTE I residenti (5 famiglie, per un totale di 15 persone) vogliono sapere quando inizieranno i lavori di messa in sicurezza, quando si concluderanno, quando loro potranno rientrare a casa, dove andranno a vivere nel frattempo e chi pagherà per tutto questo. Interrogativi legittimi, ai quali il testo delle ordinanze non dà risposte precise. Si evince soltanto che è stato dato mandato ai servizi comunali (Autoparco, Economato e Servizi sociali) “di mettere a disposizione i mezzi e il personale necessari per lo sgombero e di prestare la necessaria assistenza finalizzata all'eventuale sistemazione provvisoria degli aventi diritto e degli eventuali disabili”.
MANDATO AGLI AVVOCATI «Sono indicazioni troppo vaghe», sostiene Mauro Ruiu, 26 anni, che abita in via Castelfidardo 1B, «che non sciolgono i dubbi e non ci danno certezze. Nessuno deve provare a mandarci via», minaccia il giovane, «se prima non ci spiega dove andremo a stare. Ci tuteleremo con ogni mezzo. Abbiamo già dato mandato ai nostri avvocati di chiedere una deroga, ma se la mossa non sortirà effetti ci appelleremo a Striscia la notizia e se questo non basterà ci accamperemo ai piedi del Municipio».
«FUTURO INCERTO» «Il timore più grande», rivela Maria Murtas, 60 anni, residente in via Castelfidardo 1B, «è che una volta usciti di casa possano trascorrere mesi o addirittura anni prima di potervi rientrare. Nel frattempo dove vivremo? In quali condizioni?». Preoccupazioni condivise anche dalla ventottenne Raffaella Ruiu e da Luigi Murtas, entrambi di casa in via Castelfidardo 1B. «È vergognoso che le ordinanze di sgombero siano state firmate proprio il giorno di Ferragosto», è il commento di quest'ultimo. «Il problema esiste da oltre un anno, ma si sono svegliati solo ora».
IL SOPRALLUOGO Martedì scorso i Vigili del fuoco hanno effettuato un sopralluogo in via Castelfidardo rilevando l'esistenza di “una situazione di pericolo derivante da un cedimento fondale che ha provocato importanti lesioni sulle murature delle facciate”. Parallelamente, da un altro sopralluogo effettuato dalla Protezione civile, è stato accertato che nei due edifici “è presente un quadro fessurativo in fase evolutiva di particolare importanza riconducibile a cedimenti fondali verso la strada”. Questi i motivi che hanno spinto l'Amministrazione comunale ad emanare le due ordinanze, e in caso di inadempienza si provvederà allo sgombero coatto e alla denuncia all'autorità giudiziaria. Ai proprietari è stato ordinato anche di “nominare un direttore dei lavori, monitorare le strutture e porre in essere, con opere provvisionali, gli interventi necessari per la messa in sicurezza degli stabili e la salvaguardia della pubblica e privata incolumità, in modo da evitare anche danni a terzi”.
IL CONSIGLIERE A supporto dei residenti interviene anche Edoardo Tocco, consigliere comunale e regionale del Pdl, che critica la scelta dei colleghi di maggioranza. «Non si può fare un'ordinanza del genere prima che si diano garanzie su chi paga le spese e sui tempi», attacca.
L'ALTRA ORDINANZA Una terza ordinanza ha intimato la messa in sicurezza dello stabile ai proprietari di un altro edificio (in via Marengo 34-36) che sorge a breve distanza da via Peschiera dove un anno fa si aprì una grande voragine che inghiottì un'auto in sosta e procurò gravi lesioni agli edifici circostanti.
PAOLO LOCHE

18/08/2009