Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ripascimento: 4,8 milioni di danni

Fonte: La Nuova Sardegna
17 agosto 2009

SABATO, 15 AGOSTO 2009

Pagina 6 - Sardegna

Cagliari. Balletto, Zirone e 13 esperti arrecarono un pregiudizio patrimoniale e d’immagine



La Corte dei conti sui lavori al Poetto: i responsabili paghino in solido





di Roberto Paracchini
CAGLIARI. La sentenza per il Poetto è chiara: danno patrimoniale e d’immagine per la Provincia. Secondo la Corte dei conti il ripascimento della sabbia del 2002, che ha cambiato volto al lungomare cagliaritano ha dei responsabili che devono pagare «in solido tra loro».
L’ex presidente della Provincia di Cagliari Sandro Balletto e l’allora assessore Renzo Zirone (Lavori pubblici), più tredici tra esperti, biologi e collaboratori (che avevano rassicurato l’organismo politico sull’efficacia del ripascimento), dovranno versare la somma di 4 milioni e 784mila euro, di cui 797mila per i danni all’immagine.
L’intervento di ripascimento era stato eseguito in 15 giorni dalla draga Antigoon che aveva riversato sulla battigia 370mila metri cubi di sabbia. Immediate le proteste degli ambientalisti e le forti riserve dell’opinione pubblica.
La sezione giurisdizionale della Corte dei conti, presieduta da Antonio Vetro, ha accolto le richieste del procuratore regionale Donata Cabras, che ha istruito in udienza il processo (sulla base delle indagini del nucleo di polizia tributaria guidato dal generale Stafano Baduini), condannando tutti e 15 gli imputati. Pur con funzioni diverse, politici e tecnici hanno, secondo la sentenza, violato il capitolato d’appalto del ripascimento. Balletto e Zirone «risultano pienamente coinvolti nella vicenda in quanto hanno consapevolmente tollerato e infine omesso di impedire (...) che l’attività ostensivamente pregiudizievole posta in essere dai dirigenti tecnici della Provincia e dai numerosi professionisti incaricati andasse a compimento, fino all’esito disastroso che ne è derivato».
I danni riguardano la granulometria, maggiore, e le caratteristiche mineralogiche, diverse. I lavori sono stati infatti eseguiti «in difformità totale dal progetto e dagli atti contrattuali» con materiali «assolutamente scadenti». Il ripascimento avrebbe dovuto essere realizzato in due anni, mentre venne eseguito in 15 giorni perchè trasformato in intervento di protezione civile. Nello stesso tempo la sabbia, che in un primo momento doveva essere di cava, è stata prelevata dal fondo marino, ma l’area autorizzata era diversa da quella richiesta.
Le responsabilità dei tecnici (Sandro Cabras, Lorenzo Mulas, Andrea Gardu, Salvatore Pistis, Antonello Gellon, Luigi Aschieri, Andreea Atzeni, Paolo Orrù, Giovanni Serra, Gian Paolo Ritossa, Mario Concas, Paolo Colantoni e Leopoldo Franco) derivano anche dal fatto che «sotto il profilo del nesso causale non può trarsi in dubbio che le erronee valutazioni (...) e l’ingiustificato ritardo nella valutazione dei prelievi e delle analisi (...) abbia svolto un ruolo determinante» nel creare il danno complessivo alla spiaggia. A tutti gli imputati ora resta l’appello alla Corte dei Conti di Roma.