Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sgombero coatto per chi non va via»

Fonte: L'Unione Sarda
17 agosto 2009

Rischio crolli. Ecco cosa dicono i provvedimenti decisi per l'area di via Peschiera 

Pronte le ordinanze, manca solo la firma del sindaco Floris

Le ordinanze sullo sgombero di alcune palazzine interessate dal pericolo crolli sono pronte. Manca solo la firma del sindaco.
Come annunciato, ieri mattina è stato predisposto il testo delle due ordinanze comunali che prevedono lo sgombero, entro il prossimo 20 agosto, di altrettante palazzine pericolanti ai numeri civici 1B e 3 di via Castelfidardo. I tecnici dell'Area gestione del territorio, nel quale è ricompreso l'Ufficio Protezione civile, hanno redatto anche una terza ordinanza che si prefigge di obbligare i residenti di altri stabili lesionati a provvedere agli interventi di consolidamento e messa in sicurezza nella zona di via Peschiera, dove nell'agosto dello scorso anno si aprì una voragine al centro della strada. L'ordine in questo caso è rivolto agli abitanti di via Marengo 34, 36 e 47 e si va ad aggiungere all'ordinanza che prevede la chiusura del traffico auto in tutta l'area (esclusi i residenti). A mezzogiorno di ieri l'assessore competente Giovanni Giagoni ha fatto sapere di aver apposto la sua firma in calce ai tre documenti, ma per far sì che le ordinanze diventino esecutive è necessaria anche quella del primo cittadino del vicesindaco. Una firma che fino a ieri sera non era arrivata perché Floris si trovava fuori città (in crociera) e Maurizio Onorato era ugualmente irreperibile. «Stando così le cose», chiarisce il comandante della Polizia municipale Mario Delogu, «le ordinanze non possono considerarsi in vigore: è prematuro parlare di tempi e modi di un'eventuale evacuazione». In ogni caso, i provvedimenti sono pronti e la firma non tarderà ad arrivare, a meno che non si verifichi un repentino (e a questo punto inspiegabile) cambio di rotta.
LE ORDINANZE Nello specifico, la prima ordinanza è rivolta ai cinque inquilini della palazzina a due piani di via Castelfidardo 3 (famiglia Dore-Pintus). «I residenti», recita il testo, «dovranno provvedere a sgombrare l'immobile a partire dalla notifica del provvedimento e comunque non oltre il 20 agosto». L'edificio dovrà restare vuoto fino a quando persisterà la situazione di pericolo accertata dai geologi del Comune, dagli esperti dell'Università e dal perito superpartes nominato dal Tribunale. Nell'ordinanza si avvertono inoltre gli abitanti che in caso di inosservanza si provvederà allo sgombero coatto e alla denuncia all'Autorità giudiziaria. «Un'eventualità», riprende il capo della Polizia municipale, «che sinceramente mi auguro non si verifichi, perché è ovvio che non fa piacere a nessuno costringere le persone ad abbandonare le proprie case. Se comunque i cittadini si rifiuteranno di ottemperare al loro obbligo valuteremo il da farsi con serenità e l'ultima parola spetterà come sempre al sindaco».
ALLOGGI Ciò che chiedono i residenti è sapere dove andranno a vivere in caso di evacuazione. Ma proprio su questo punto il testo dell'ordinanza è vago. Si dice soltanto che «il Servizio sociale comunale dovrà prestare la necessaria assistenza finalizzata all'eventuale sistemazione provvisoria degli aventi diritto e degli eventuali disabili». Scontata la preoccupazione dei residenti. «Ce ne andremo solo se il Comune ci fornirà garanzie scritte», annuncia Francesca Dore, 32 anni, residente al civico 3 di via Castelfidardo insieme al fratello e ai nonni paterni, «vogliamo sapere preventivamente quanto dureranno i lavori, quando sarà possibile rientrare nelle nostre case e dove andremo a vivere nel frattempo». Richieste condivise anche dai residenti dell'altra palazzina da sgomberare (numero civico 1B) nella quale convivono tre famiglie (Murtas, Ruiu e Crosa) per un totale di dieci persone. «Siamo perplessi», afferma Mauro Ruiu, 26 anni, «perché temiamo che i lavori durino un'eternità. Le nostre famiglie sarebbero costrette a vivere altrove, separate anziché insieme e prive delle comodità a cui siamo abituati. Nessuno deve provare a mandarci via se prima non si è fatta chiarezza e in tutti i casi è impossibile riuscire ad organizzare lo sgombero entro il 20 agosto perché c'è troppo poco tempo. Noi siamo in tanti e abbiamo le nostre cose. Non è semplice trasferirsi da un giorno all'altro».
PAOLO LOCHE

15/08/2009