Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Efisio torna a Stampace, Cagliari scioglie il voto

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2019

LA PROCESSIONE. Il Primo Guardiano recita la formula davanti all'Alter Nos e al delegato del Capitolo metropolitano

 

Immensa folla alla chiusura della Festa numero 363

 

Mesi di preparazione, quattro giorni di impegno totale di confratelli, consorelle, Diocesi, volontari, Comuni (Cagliari in testa) per poter udire dal Primo guardiano la formula di rito rivolta all'Alter nos e al delegato vescovile del Capitolo metropolitano. «Vogliate informare il commissario del Comune della città e l'arcivescovo di questa Diocesi», annuncia Giancarlo Sanna dall'altare maggiore della chiesetta di Sant'Efisio a Stampace, «che il Voto, anche quest'anno, è stato sciolto. E così sarà per sempre. Atrus annus». Tutti rispondono: «Deus bollara». Ad ascoltarlo, chi ha rappresentato la Municipalità di Cagliari (l'Alter nos Raffaella Lostia, prima donna nei 363 anni di storia della Festa) e monsignor Alberto Pala, parroco della Cattedrale di Cagliari, Delegato vescovile del Capitolo metropolitano.
Debito di riconoscenza
Un rito è un rito e dev'essere rispettato alla lettera. Così è stato ieri notte, al ritorno del simulacro di Efisio nella sua chiesetta. Con la splendida, faticosa commossa festa a lui dedicata, Cagliari ha “ricompensato” - come da impegni antichi - il Santo che l'ha salvata dalla peste, che stava decimando la popolazione in città e nei dintorni. È finita così un'altra lunga giornata, la quarta e conclusiva, di una festa che come nessun'altra in Sardegna - e non solo nell'Isola, come testimonia la procedura in corso all'Unesco per proclamarla “Patrimonio immateriale dell'Umanità” - sa toccare i cuori dei devoti, oltre che l'ammirazione dei turisti. A Sant'Efisio si chiedono le grazie: per la salute malferma, per il lavoro che non c'è, per un familiare in difficoltà. Al di là della sfilata ricca di colori dei costumi sardi il Primo maggio, quella per Efis gloriosus è una fede. La partecipazione popolare anche ieri sera è stata importante: folla per strada, 50 gruppi a piedi, 160 cavalieri, quattro plotoni di Miliziani. A seguire il ritorno del Santo, però, sono stati tutti i sardi. Per quattro giorni Videolina era ovunque, in diretta ha mostrato anche i riti meno conosciuti, ha dato voce ai fedeli, non ha perso di vista un attimo i protagonisti, a partire da Efisio.
Il giorno conclusivo
In mattinata il cocchio, trainato dal giogo di buoi, si era mosso dalla chiesa di San Giovanni Battista a Pula verso Sarroch, Villa d'Orri, Su Loi, La Maddalena Spiaggia (una tappa, a bordo di un mezzo dell'Esercito) e Villa Ballero a Giorgino. Lì Sant'Efisio ha di nuovo indossato gli abiti “eleganti” della città, ha ricambiato cocchio, ha indossato gli ori ed è rientrato a Cagliari, la sua Cagliari. Breve processione (percorso “tagliato” rispetto a quello dell'andata, che prevedeva anche il periplo di piazza del Carmine), salita nel largo Carlo Felice, ingresso nel corso Vittorio Emanuele e poi di nuovo “a casa”: la chiesetta dedicata al Martire guerriero nel cuore di Stampace.
Tempi più rapidi
Efis, contrariamente a quanto è avvenuto spesso in passato, ha tenuto un buon ritmo. Poco dopo le 21 ha lasciato Villa Ballero a Giorgino, dopo il cambio d'abito e di cocchio, e alle 22.30 era in città, all'altezza della Semoleria. Prima dell'ingresso nella cinta urbana, il Martire guerriero ha ricevuto gli onori militari dalle forze armate: la tromba della banda dell'Esercito ha intonato il “Silenzio”. Nel frattempo, il primo plotone di Miliziani faceva il suo ingresso in via Roma. La processione si è conclusa in via Azuni, per motivi di sicurezza: a proseguire fino alla piazzetta Sant'Efisio sono stati il cocchio e le figure principali della Festa.
La sosta in Municipio
Cagliari non ha un sindaco, quindi a dare il benvenuto al Santo è stato il commissario regionale, Bruno Carcangiu, durante una sosta brevissima. Poi il corteo ha imboccato via Sassari, via Crispi, il Largo, corso Vittorio Emanuele e via Azuni, dove quasi tutti si sono fermati. Ha proseguito ovviamente Efisio, nel cocchio (dove rimarrà fino al 25 maggio) sistemato nella sua chiesetta, dov'è giunto alle 23.20. Dieci minuti dopo, l'ingresso in chiesa e l'annuncio dello scioglimento del voto. La fatica finisce per tutti, qualcuno piange: Cagliari ha sciolto il suo voto. E il miracolo di devozione e colori, Efis di Stampace, l'ha fatto anche quest'anno.
La gioia dell'Alter nos
«Il popolo di Cagliari e non solo di Cagliari», ha commentato Raffaella Lostia subito dopo lo scioglimento del voto, «ha accolto con enorme affetto Sant'Efisio. E ha accolto anche me: un bell'esempio di parità di genere». E per questo no, non serviva un miracolo.
Luigi Almiento

Il dato

Donne sempre
più protagoniste

Confratelli, prelati, Alter nos, Guardiani, Miliziani. Un mondo maschile, nella parte visibile, da sempre circonda la Festa di Sant'Efisio. Il lavoro di consorelle e volontarie è prezioso, ma nell'ombra.
Ora, la svolta: dopo 363 anni, donne finalmente sul palco. Un'aggraziata “macchina da guerra” - per resistenza - è stata Raffaella Lostia, il primo Alter nos donna nella storia della Festa. Funzionaria del Comune, aveva già preparato molti Alter nos a interpretare il ruolo, e stavolta è toccato a lei: instancabile, ma sempre commossa.
Donna è anche Carla Medau, sindaca di Pula, che pungola la Regione affinché stanzi i fondi per riparare la malmessa chiesetta di Nora. Luci ancora spente, invece, per le donne che hanno preparato il cambio d'abito di Efisio a Villa San Pietro: un passerotto entrato a Villa Fadda l'ha fatta proprio sull'abito pulito. Gli uomini perdevano tempo a disperarsi: solo il sangue freddo delle donne - ben più preparate agli imprevisti - ha risolto il problema: abito di nuovo perfetto in pochi minuti. (l. a.)