Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I clochard che vivono nel ficus

Fonte: L'Unione Sarda
19 aprile 2019

VIA ROMA. L'appello dell'edicolante: situazione grave, si trovi una soluzione

 

 

L'antico albero simbolo della città diventato dimora di fortuna 

 

Da un mese hanno trasformato uno dei simboli della città, il grande ficus che dal 1850 domina l'incrocio tra via Roma e viale Regina Margherita, nella loro casa di fortuna. Lì trascorrono la notte, sfruttando due incavi nell'enorme tronco in cui hanno sistemato materassi e coperte. Lì restano per gran parte della giornata, mangiando quanto viene loro donato, chiedendo l'elemosina e bevendo birra. E sempre lì - negli angoli appena più riparati tra l'albero, il parapetto di viale Regina Margherita e la storica edicola di via Roma - espletano i loro bisogni fisiologici.
I due clochard
Barbe incolte e sguardi assenti, stretti in giubbotti sdruciti e lordi, alle 11 i due senzatetto sono seduti sotto il maestoso ficus in mezzo a resti di cibo, buste di plastica, bottiglie, vestiti logori e scarpe. Ancora visibilmente infreddoliti perché durante la notte la temperatura è scesa parecchio, si limitano a tendere stancamente la mano ogni volta che passa qualcuno. Sono rumeni e hanno salutato da tempo la giovinezza, anche se entrambi dimostrano più dei 52 e 48 anni che dichiarano. Pochi metri più in là una pattuglia della polizia municipale sta effettuando un posto di blocco ma non li degna di uno sguardo. Adrian è il più grande, il primo che ha portato le sue poche cose in questo minuscolo monolocale a cielo aperto nel salotto buono della città, cuore di una delle vie più battute dai turisti.
Le loro storie
«Come ho fatto a finire sulla strada? Non lo so, è capitato - dice -. Sono venuto in Sardegna quattro anni fa, ho lavorato come servo pastore nella zona di Sassari ma poi mi hanno mandato via senza pagarmi e mi sono ritrovato senza nulla. Tornare in Romania? Sarebbe peggio, lì non ho più nessuno, né famiglia né amici». Il compagno più giovane racconta una storia simile. Anche lui dice di aver accudito per un periodo un gregge, anche se dalle parti di Sestu. E anche lui sostiene di non essere stato pagato e di essersi così ritrovato sulla strada. «Chiedere aiuto? E a chi lo chiedo - risponde Adrian -, alla Caritas non c'è più posto, ci siamo messi qui perché non sappiamo dove andare».
L'edicolante
Da quando gli insoliti vicini sono arrivati, Antonio Durzu, il titolare della storica edicola a ridosso del ficus, ha più volte tentato di segnalare la situazione di obiettivo degrado alle autorità. «Ma mi hanno detto che non possono fare niente - spiega -, che se anche rimuovono le coperte le associazioni di volontariato gliene forniscono di nuove, idem per il materasso. A me però sembra che si sia superato il limite e che le condizioni igienico sanitarie siano insostenibili prima di tutto per loro. Non sono molesti o aggressivi, si limitano a stare lì e a chiedere l'elemosina ma credo che sia ora che questa situazione venga risolta anche perché è davvero una pessima cartolina per una città che si definisce turistica». Davanti al ficus passa un'anziana e Adrian le chiede qualche moneta. Lei però non la prende bene e lo sgrida: «Ma perché state qui? Sporcate tutto, dovete andare a zappare la terra e guadagnarvi da vivere. Se siete romeni tornate lì e zappate la terra». Lui non risponde mentre un'altra donna che assiste alla scena scuote la testa: «Vede cosa succede? Che poi si diventa intolleranti. È incredibile che nessuno intervenga per aiutare e togliere dalla strada questi disperati».
Massimo Ledda