Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La plastica uccide parchi e spiagge

Fonte: L'Unione Sarda
10 aprile 2019

L'ALLARME. Tutti i rifiuti prima o poi finiscono in mare (e sulla nostra tavola)

 

Buste, contenitori per bevande e posate monouso gettati ovunque 

 

«Ci sono tanti, troppi incivili che trasformano la città in una discarica». Parla a ragion veduta Martina Deplano, referente cittadina di Greenpeace: con gli altri volontari va spesso a ripulire spiagge e parchi. E davanti ai suoi occhi appaiono scenari desolanti: buste di plastica, cartoni di vino, posate usa e getta. Tutti oggetti che hanno una caratteristica comune: prima o poi finiscono in mare. Uccidono le creature marine (proprio in questi giorni, nelle tv nazionali, gira uno spot di Legambiente sulle tartarughe soffocate dalla plastica). E, soprattutto, attraverso la catena alimentare finiscono nei nostri stomaci.
La mappa
La coscienza ambientale è, fortunatamente, cresciuta negli ultimi anni. Eppure ci sono ancora tanti maleducati che gettano rifiuti dove capita. «Prima o poi», spiega Vincenzo Tiana, presidente del comitato scientifico di Legambiente Sardegna, «questa plastica, spinta dal vento o arrivata sino ai canali, finirà in mare». Al Poetto, per esempio. Ma non solo: qualche mese fa i volontari di Greenpeace hanno recuperato decine di sacchi di spazzatura a Giorgino.
I litorali
Spiaggia che vai, spazzatura che trovi. «La strada che da Calamosca porta verso cala Fighera», riprende Deplano, «è disseminata di buste di plastica e rifiuti di ogni genere». Un tratto della costa cittadina preso di mira dagli incivili: anche tutta la zona intorno al faro viene usata come discarica. «Tra l'altro, l'azione del vento e della pioggia e l'intervento dei cani randagi alla ricerca di cibo distruggono quelle buste. E frammenti microscopici volano senza ostacoli verso il mare».
I canali
Altra plastica prende una strada diversa. «Qualche domenica fa», interviene Tiana, «i canoisti hanno ripulito il canale di Molentargius». Anche in quel corso d'acqua sono stati raccolti tantissimi rifiuti plastici. «I maleducati approfittano anche delle zone poco frequentate: un'altra situazione critica, da questo punto di vista, è rappresentata dalle sponde di Santa Gilla, dietro il centro commerciale».
I porti
L'invasione della plastica non risparmia, ovviamente, i porti cittadini. E se nella parte storica quella più frequentata, la situazione è tutto sommato tollerabile, basta spostarsi di qualche centinaio di metri per trovare discariche marine. A Su Siccu, per esempio: nel tratto che dà sui chioschi dei ricciai sono ben visibili bottiglie di plastica e cartoni di vino (ci sarebbe da riflettere anche sul palato di questi incivili); verso la strada, nascosti dall'erba, rifiuti di ogni genere. A Marina Piccola uno scenario simile: nonostante la presenza di cestini, le confezioni dei gelati vengono gettate direttamente in terra e finiscono in mare.
I parchi
Quando la plastica non finisce in mare ci sono sempre i laghetti dei parchi cittadini. Monte Claro, per esempio, ma lo stesso Monte Urpinu dove la plastica ha ucciso una tartaruga. Anzi, sui due versanti del colle: purtroppo, dalla terrazza che si affaccia sullo stagno vengono gettati tanti rifiuti plastici. E vanno inesorabilmente a finire proprio dove i fenicotteri nidificano. «Non risolverà il problema», conclude Tiana, «ma sarebbe il caso che il Comune di Cagliari imitasse quello di Domus de Maria che, per primo in Italia, ha vietato l'utilizzo di posate usa e getta in spiaggia». È solo il primo passo. Ma sarebbe davvero il caso di farlo.
Marcello Cocco