Rassegna Stampa

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Zedda saluta e ringrazia i cittadini: “Essere cagliaritani è un orgoglio”

Fonte: web sardiniapost.it
1 aprile 2019

Zedda saluta e ringrazia i cittadini: “Essere cagliaritani è un orgoglio”

Il più basso indebitamento pro-capite tra i Comuni italiani, addirittura pari allo zero se il dato viene messo in relazione alla Città metropolitana. E ancora: 280 milioni di euro in cassa e circa 300 di investimenti fatti. È la Cagliari che lascia Massimo Zedda dopo otto anni di amministrazione. Il sindaco dimissionario ha chiamato a raccolta la stampa in una conferenza stampa di saluto, stamattina in Municipio, affiancato dagli assessori uscenti e dallo staff. Loro seduti nei banchi dell’aula, i giornalisti accomodati nelle poltrone della Giunta. Da giovedì, quando è convocata la prima seduta del Consiglio regionale, per Zedda comincia la nuova vita da leader del centrosinistra.

Il sindaco uscente ha citato gli interventi più importanti realizzati dalla sua amministrazione. Su tutti, “uno immateriale – ha detto commosso – che mi hanno trasferito tanti cittadini: cioè il fatto di aver restituito l’orgoglio di essere cagliaritani e di poter confrontarsi con le altre città europee alla pari”. Poi, “i numerosi investimenti, le iniziative con risorse date a Servizi sociali, Sport, Cultura e Spettacolo, la riqualificazione dei tanti luoghi in città”. Zedda cita il lungomare del Poetto, “uno spazio che ho visto deturpato: dopo il ripascimento non ci ho messo più piede per cinque anni – ha spiegato -. Era una ferita che sentivo aperta in ogni animo dei cagliaritani”.

Quanto al futuro, Zedda auspica il proseguo delle riqualificazioni, anche in “aree che non sono proprietà del Comune”. E nell’ordine dice: “Penso all’ospedale Marino, il nuovo e il vecchio, alle zone di Calamosca, ai presidi militari come il deposito dell’Aeronautica sotto Monte Urpinu, ma anche Buoncammino, il Palazzo delle Scienze e la clinica Macciotta, così come l’ospedale Civile, la fossa di San Guglielmo, Tuvixeddu e Tuvumannu e ancora le Ferrovie”. Il sindaco dimissionario suggerisce una strategia, che suona a speranza: “Serve uno sforzo degli enti
proprietari che sono Regione e Stato: a loro spetta determinare lo sblocco degli investimenti, perché da qui passano sviluppo e futuro della città di Cagliari”.

Sulle Amministrative alle porte (non si vota il 26 maggio, ma la nuova data non è stata ancora fissata), Zedda ha detto: “Chi mi succederà dovrà andare nella direzione di aggiungere idee ed espressioni nuove nel governo della città; chiunque arriva deve dimostrare di voler cambiare in meglio le condizioni di vita dei cittadini: è questo lo slancio che serve”. Il sindaco dimissionario ha poi rilevato: “Per tre volte consecutive, nel 2011, nel 2016 e 2019, i cittadini che hanno votato a Cagliari hanno detto, attraverso le urne, di apprezzare quel che abbiamo fatto. Quindi si deve proseguire negli interventi e investimenti che hanno determinato benefici per la città, non solo per una parte politica”.

Sulle candidature a sindaco e la scelta obbligata di un solo nome, Zedda ha parlato di due scenari: O si individua una
figura che possa interpretare le necessità e i bisogni della città, oppure servono le elezioni primarie”. Quello che invece non condivide “è ciò che è stato fatto l’altro giorno ad Arcore: in tre si vedono e attribuiscono le città e le Regioni come se stessero giocando a Risiko”. Zedda si è riferito al vertice di ieri tra Berlusconi, Meloni e Salvini, dal quale è venuto fuori il nome di Paolo Truzzu come candidato sindaco del centrodestra, perché la casella di Cagliari è andata in quota Fratelli d’Italia. “Questo metodo – ha concluso Zedda – nuoce al prescelto, anche se questo fosse il migliore dei candidati”.