Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'appello della rete Non una di meno In piazza contro le violenze sulle donne: l'8 marzo sciopero “f

Fonte: L'Unione Sarda
5 marzo 2019

L'INIZIATIVA.

L'appello della rete Non una di meno In piazza contro le violenze sulle donne:
l'8 marzo sciopero “femminista” e corteo

Uno sciopero contro tutte le forme di violenza che colpiscono le donne: in famiglia, sui posti di lavoro, per strada, negli ospedali, nelle scuole, dentro e fuori i confini. In occasione dell'otto marzo, la rete “Non una di meno - Manc'una de mancu”, attiva a Cagliari dal 2017, ha organizzato per il terzo anno consecutivo un corteo che partirà alle 9 dai Giardini pubblici (fronte museo) e attraverserà viale Regina Elena, piazza Costituzione, viale Regina Margherita, piazza Darsena, via Roma e largo Carlo Felice, per concludersi in piazza Yenne.
Lo sciopero
«Lo sciopero femminista - spiegano le organizzatrici - prevede l'astensione da ogni attività lavorativa fuori e dentro casa, formale o informale, gratuita o retribuita. È sciopero dal posto di lavoro e dalle attività domestiche, è sciopero contro la divisione sessuale del lavoro che alimenta lo sfruttamento e la ricattabilità delle donne». Alla mobilitazione hanno aderito già diversi sindacati di base e - precisano da “Non una di meno” - «nelle 24 ore dell'8 marzo tutte le lavoratrici e i lavoratori sia del pubblico impiego che del privato possono scioperare perché esiste la copertura sindacale generale».
Contro ogni violenza
Nel mirino della rete femminista c'è la «violenza strutturale» della società ma anche «l'ascesa delle destre reazionarie che stringono un patto patriarcale e razzista con il neoliberalismo». Tante le emergenze: «femminicidi, stupri. Insulti e molestie per strada e sui posti di lavoro, violenza domestica». E poi «il permesso di soggiorno condizionato al matrimonio. Infiniti ostacoli per accedere all'aborto. Pratiche mediche e psichiatriche violente sui nostri corpi e sulle nostre vite. Precarietà che diventa doppio carico di lavoro e salari dimezzati. Un welfare ormai inesistente che si scarica sul lavoro di cura gratuito e sfruttato nell'impoverimento generale». Infine un'attenzione particolare alle recenti norme varate dal governo: il disegno di legge Pillon su separazione e affido, «che attacca le donne, strumentalizzando i figli» e la legge Salvini, «che impedisce la libertà e l'autodeterminazione delle migranti e dei migranti». «Se le nostre vite non valgono», è la conclusione «noi scioperiamo».