Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Niente beghe, subito la Giunta» Salvini a Zedda: se è serio si dimetta da sindaco e vada in Consigl

Fonte: L'Unione Sarda
28 febbraio 2019

I VINCITORI.

Il ministro a Cagliari per festeggiare la vittoria. Bagno di folla a San Benedetto

«Niente beghe, subito la Giunta» Salvini a Zedda: se è serio si dimetta da sindaco e vada in Consiglio

«La Giunta la facciamo in un quarto d'ora, senza beghe e senza litigi. La facciamo appena ci sarà la squadra dei consiglieri che non abbiamo ancora a causa di un vergognoso sito della Regione che tre giorni dopo il voto non ha ancora ufficilizzato i risultati. Cambieremo anche quello».
Matteo Salvini torna a Cagliari per festeggiare una vittoria attesa. «Riuscire a cambiare la storia della Regione, mandare a casa la sinistra sostenuta da tutti i potentati dell'isola che su di loro facevano affidamento, essere il primo partito della coalizione assieme agli amici del Psd'Az ci riempie di gioia». Prima tappa all'hotel Regina Margherita per una conferenza stampa con Christian Solinas, il deputato Guido De Martini, il neo consigliere regionale Dario Giagoni, la (quasi) senatrice Lina Linesu, il coordinatore regionale Eugenio Zoffili, poi bagno di folla al mercato di San Benedetto dove, al netto di un contestatore, è stato accolto come il messia. Infine pranzo al ristorante Lo Scoglio .
Zedda si dimetta
«Il voto a noi è un sì al metano, alla riforma della sanità, alla creazione di lavoro e infrastrutture, alla sicurezza. Queste saranno le nostre priorità, oltre alla vertenza sul prezzo del latte per cui «se è necessario le porte del Viminale sono aperte». A Massimo Zedda rivolge qualche pensiero. Prima ironizza: «La sinistra che festeggia il secondo posto è una cosa divertentissima», poi invita il sindaco a dimettersi: «Si è candidato per la Regione, serietà vorrebbe che andasse in Consiglio regionale».
Bagno di folla al mercato
Salvini poi si sposta al mercato dove una folla osannante lo attende. «Mat-teo, Mat-teo», urlano in molti scandendo il suo nome con un battito di mani. Uomini e donne emozionati per il solo fatto di averlo davanti e felici di avere un selfie con lui. «C'ho la foto, c'ho la foto», urla uno fendendo la folla. Ne fa almeno trecento, di selfie, tra le corsie del mercato. «Contate su di me», li rassicura il ministro dell'Interno. Un'anziana con un fiocco verde in testa lo abbraccia e lo bacia, adorante. Tra i box il vicepremier assaggia di tutto: frutta, un cannolo siciliano, qualche cozza cruda, gamberoni, vino. Al primo piano entra in un box e stappa una bottiglia di spumante. È il brindisi del festeggiamento. «Oggi festeggiamo, da domani saremo al lavoro per risolvere i problemi dei sardi».
Il contestatore
Non manca un contestatore: «Sei un fascista», urla al vicepremier tra le corsie del mercato. Alcuni agenti della Digos lo bloccano, ma lui insiste: «Non posso stare zitto, Emilio Lussu si starà rivoltando nella tomba».
Fabio Manca