Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sulle rotte della Sardegna

Fonte: L'Unione Sarda
15 febbraio 2019

ARCHEOLOGIA. L'Isola parte di una rete di scambi nel mare della Preistoria

 

Inaugurata la grande mostra “Le civiltà e il Mediterraneo”

 

Cinquanta giorni dopo il soltizio, quando volge al colmo l'estate spossante, questo è per i mortali il tempo per navigare (...). Quando i venti sono regolari e il mare sicuro, allora spingi in mare la nave veloce e affidala pure ai venti (...)
Ed è davvero un viaggio avventuroso, colmo di fascino, intenso, proprio come Esiodo lo aveva immaginato nelle sue “Opere e i giorni”, quello iniziato ieri sera con la mostra “Le civiltà e il Mediterraneo” allestita al Museo Archeologico e Palazzo di Città di Cagliari, che ripercorre le rotte nel mare della preistoria per scoprire che «la Sardegna è un'isola non così isolata». Lo dice in un cortese italiano dal forte accento tedesco, Manfred Nawroth, direttore del Pre and Early History National di Berlino che insieme a Yuri Piotrovsky dell'Ermitage di San Pietroburgo (ieri assente per impegni nel suo Paese) e a Carlo Lugliè dell'Università di Cagliari ha composto un grande mosaico di 550 reperti archeologici (120 opere rappresentative dell'evoluzione dal Neolitico alla metà del primo millennio a.C.) dove si rintracciano assonanze, si colgono divergenze ma soprattutto si capisce bene come la Sardegna nuragica facesse parte di una rete di culture che animavano il Meditarreneo, dalla Spagna fino al Caucaso.
Una storia diversa
È sorretta da un altro sguardo la storia raccontata in questa ricchissima mostra. E stato costruito negli anni dagli studiosi. Grazie ai ritrovamenti si sono imposte nuove letture che hanno ribaltato consolidate visioni. «Il lingotto di rame in forma di pelle di bue del XIII-XI secolo a.C. - racconta ancora Manfred Nawroth - è certamente stato fatto con metallo proveniente da Cipro, lo dicono accertamenti scientifici, ma è stato ritrovato qui nella vostra terra, insieme a un'altra quarantina. Lungo le coste turche è stato rinvenuto il relitto di una nave contenente lo stesso carico. Questo dimostra le interconnessioni fra le civiltà di mare che includevano anche la Sardegna. Se non si può dire che fosse il crocevia, possiamo certo affermare che ha costituito un approdo lungo rotte più impegnative. C'è un altro significativo oggetto, sempre esposto, ed è un elmetto di guerriero, una piccola testa proveniente dalle Cicladi, della recente età del Bronzo, ritrovata in Sardegna e custodita nel Museo Archeologico di Cagliari che ha un gemello al museo di Atene».
Diversità e connessioni
Questi due oggetti servono da bussola per il viaggio. Se le navi in miniatura in bronzo sono gli esempi più chiari della mobilità sul mare, le ceramiche micenee, quelle arrivate dalla potente Troia o dalle isole Cicladi, dicono invece delle diversità di ciascuna cultura ma al tempo stesso le connessioni tra le differenti espressioni artistiche. Lo si comprende con assoluta evidenza osservando i bronzetti nuragici, guerrieri, lottatori accanto alle statuine antropomorfe della ceramica micenea o di quella caucasica. C'è una matrice comune, ci sono somiglianze, con la scoperta dei bacini metallurgici gli scambi si intensificano, i commerci diventano frequenti, ma ciascuno preserva la sua diversità.
Una nave per il viaggio
Ha i colori della giornata, dal buio della notte fino al tramonto del giorno seguente, il viaggio via mare. Lo ha pensato così il designer Angelo Figus che ha curato l'elegante allestimento sottolineato da pensieri del poeta Konstantinos Kavafis: dieci i temi sviluppati dalle origini fino ai reperti antropomorfi. In ogni stanza una o più navi via via di diverso colore (ne ha utilizzati 62) che trasportano, custoditi in teche di plexiglass, preziosissimi e raffinati carichi di cultura, storia e conoscenza. Oltre ai reperti dei musei archeologici di Cagliari, Sassari e Nuoro, i “gioielli” di Berlino e dell'Ermitage (arrivati solo ieri pomeriggio a Cagliari), oggetti arrivati da Napoli, da Salonicco, dal Bardo di Tunisi. Sul pavimento, grandi triangoli colorati come vele piene di vento, indicano le rotte.
Una mostra per due
Il viaggio, che non è deliberatamente scandito da una cronologia stretta, comincia nel buio della sera a Palazzo di Città e via su per le scale per arrivare al giorno pieno dove trionfa un vero gioiello: una stupenda collana in bronzo della seconda metà del XX secolo a.C. con pendente dal misterioso significato apotropaico. Ritrovata in Italia fa parte della collezione tedesca. È solo uno dei monili di una mostra straordinaria dove ci si può perdere inseguendo le contaminazioni che ritornano negli oggetti. Il Museo Archeologico ospita invece l'Epilogo del lungo viaggio: l'impero romano ha iniziato ad affermarsi. Stele e i mosaici arrivati dal Bardo di Tunisi dicono che si è aperto un altro capitolo.
Caterina Pinna

 

Un cammino iniziato con “Eurasia”

Le connessioni
e le assonanze
con le altre culture

 

“Le civiltà e il Mediterraneo” dove la congiunzione serve proprio a sottolineare l'unicità di ciascuna civiltà sia pure in una rete di scambi, è in stretta continuità con “Eurasia”, la grande mostra con i reperti dell'Ermitage ospitata nel 2015 a Cagliari, che ha riscosso un notevole successo di pubblico. Allora si arrivava alle “soglie della storia”. Ora il cammino procede ed è ancora Villaggio Globale a tessere i fili che hanno costruito l'esposizione aperta ieri pomeriggio.
«È un progetto fortemente voluto dalla Regione Sardegna - ha spiegato l'assessore regionale al Turismo Barbara Argiolas - che nasce in seguito a un accordo di collaborazione con il museo statale Ermitage di San Pietroburgo, il Polo Museale della Sardegna, la Fondazione di Sardegna che investe sul turismo culturale. Il nostro paesaggio più affascinante è certamente quello archeologico: la conoscenza parte dalla storia e dalla memoria. Ora scopriamo come la civiltà nuragica si è confrontata con le altre civiltà del Mediterraneo.
«Sono culture intrecciate intorno a un mare amico, il Mare Nostrum, uno specchio d'acqua tra le terre con al centro la Sardegna», ha osservato Giovanna Damiani, direttrice del Polo Museale. «Si raccontano le contaminazioni culturali e le caratteristiche di ciascuna, fino a sfiorare la prima età romana».
«“Le civiltà e il Mediterraneo” nasce da un lungo dibattito - ha spiegato Maurizio Cecconi, amministratore delegato di Villaggio Globale - e da una grande attenzione per le antichità di questa terra e per l'archeologia più in generale. Una mostra in cui l'Isola si mette a confronto con altre culture e che diventa viatico per esportare e far conoscere la ricchezza dell'Isola nel mondo proprio come è accaduto con “Eurasia”». Ecco allora l'idea del viaggio attraverso lo spazio e il tempo, in cui i due musei, Palazzo di Città e Museo Archeologico si integrano a vicenda, diventando porti ideali di partenza e di approdo.
La vocazioni di Cagliari per un turismo culturale internazionale è confermata dallo sforzo collettivo per costruire un'esposizione «che racconta di una Sardegna - ha precisato Paolo Frau, assessore comunale alla Cultura - non isolata come si crede comunemente ma al centro di importanti relazioni». (c. p.)