Rassegna Stampa

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Cagliari, allarme nei pronto soccorso: “Pazienti in fuga dopo ore di attesa senza dolorifici”

Fonte: web Castedduonline.it
15 febbraio 2019

 

 


Di Ennio Neri  14 febbraio 2019
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Emergenza negli ospedali cittadini. “Nel servizio più importante, cioè il Pronto Soccorso di Cagliari, i medici, gli infermieri  e gli operatori socio sanitari, radiologi, ecc, sono sotto organico”. L’allarme lanciato da Alessandro Sorgia, consigliere comunale del gruppo misto, autore di un’interrogazione in consiglio comunale sulla crisi della sanità cagliaritana.

“Il paziente”, scrive, “oramai sistematicamente, prima di entrare al triage sia barellato che a piedi deve aspettare molto tempo; tempo che può variare da 10/20 minuti a diverse ore. Una volta che finalmente viene valutato lo stato di salute  inizia il vero calvario, poiché non viene praticata nessun tipo di terapia del dolore nè  altro trattamento necessario nell’ immediato, a meno che uno non sia in pericolo di morte imminente; spesso e volentieri, diciamo quotidianamente”, aggiunge, “si verificano casi “allucinanti” di pazienti, che dopo parecchie ore  di attesa, esausti dal dolore e presi dalla disperazione rientrano nelle proprie abitazioni e purtroppo a volte la  conseguenza di questo può essere anche di morte per malasanità; altri ancora esasperati vanno in “escandescenza” rischiando un ulteriore peggioramento dal punto di vista della salute oltre al rischio di essere denunciati dal personale dell’ospedale. Questi ormai sono casi di ordinaria amministrazione e il personale dei pronto soccorso può sembrare indifferente, ma la causa è dei turni snervanti e delle poche risorse utilizzate per ogni turno”.

C’è poi il problema delle “ambulanze ferme nei P.S. 5/6 alla volte anche per più di 8/12  ore  senza nessun tipo di differenza   tra  i pazienti con o senza presidi medici (spinale , collare , materasso a depressione ), nonostante ci siano protocolli  rigidi e chiari che andrebbero seguiti e che invece così provocano ulteriori danni al paziente. Inoltre bisogna considerare che avendo tante ambulanze ferme negli ospedali si corre il rischio di tenere il territorio scoperto, con conseguenze chiaramente evidenti. Manca l’organizzazione, il personale, le strutture. arrivare al pronto soccorso dovrebbe essere come giungere in una isola di salvezza e invece molto spesso è una doppia condanna”.

Secondo Sorgia circolano storie che fanno rabbrividire: “si dovrebbero chiamare a testimoniare i nostri soccorritori del 118, i quali in Italia sono Utili ma inutili, indispensabili ma odiati, diventano il terrore del triagista poiché aggiungono lavoro al suo lavoro; spesso e volentieri trattano codici rossi e gialli che dovrebbero essere di competenza delle medicalizzate, ma che purtroppo sono insufficienti nel territorio e con mezzi obsoleti (vedi il caso di pochi gg fa dove un mezzo di soccorso avanzato (medicalizzata) si è incendiato e per puro miracolo non è avvenuto il peggio né al paziente né all’equipaggio, considerando che all’interno spesso ci sono 3/4  bombole dell’ossigeno).

Il consigliere propone di dare a a chi almeno milita 5 anni con tutti gli attestati, la possibilità di accedere all’università senza passare da il blocco del test di ammissione per medici infermieri e le altre categorie sanitarie, e di predisporre “un nuovo percorso formativo universitario per “soccorritori specializzati” diciamo paramedici, cosi da far salire il livello di servizio per  tutti affinché possano “fare” veramente e che il termine ultimo di un soccorritore non sia l’età anagrafica ma l’idoneità a prestare servizio volontariamente al  118 e alla protezione civile”.