Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zona Fangario, dove resistono gli artigiani

Fonte: L'Unione Sarda
31 gennaio 2019

VIALE ELMAS. Sporcizia e abbandono: numerose aziende hanno chiuso i battenti o si sono trasferite altrove

 

Rifiuti, lampioni spenti, strade rotte: incuria e prostituzione tra le imprese dell'area industriale 

 

 

Serrande abbassate, cancelli chiusi. La resa. E poi la sporcizia che copre quel che resta di marciapiedi squassati da incuria e abbandono. Rifiuti ingombranti scaraventati in fretta e furia tra i capannoni, sedie e poltrone che diventano le “case d'appuntamento” sotto le stelle delle prostitute nigeriane, le ragazze - come le chiamano da queste parti - che al calar della sera accendono i fuochi per vincere il gelo della notte. Sono gli unici bagliori, a detta degli imprenditori dell'area industriale di viale Elmas, che garantiscono un po' di luce, visto che i lampioni sono spesso spenti, spesso guasti.
Il simbolo
Zona Fangario, via del Commercio: il simbolo del degrado è una moto d'acqua abbandonata su un cumulo di detriti. Dieci metri più avanti c'è una discarica di mobili e elettrodomestici. Una delle tante.
Doveva essere un gioiello, Fangario, quando le prime aziende sorsero in quest'area, diventata la “casa degli artigiani” tra gli anni '70 e gli anni '80. Vicina alla città, a due passi dall'aeroporto e dal porto e dalla Carlo Felice. Ideale per far decollare un'impresa. Le insegne ingiallite di qualche azienda raccontano le difficoltà, le storie di chi non ce l'ha fatta.
La resa
In via dell'Agricoltura, strada di collegamento tra il viale Elmas e viale Monastir, l'ultima società ad abbandonare è stata la Volponi Legnami che ha affidato a un volantino lo sfogo della chiusura obbligata.
Un giorno come tanti: freddo di maestrale, una sedia da ufficio sgangherata all'angolo con via dell'Artigianato e un piccolo fuoco che alle 11 del mattino ancora scoppietta, dicono che qui, poco prima, sostava una delle ragazze del Fangario in attesa di clienti. «Di giorno ci sono le prostitute bianche, la sera arrivano quelle di colore», spiega il titolare di un'officina che, dismessi i panni dell'imprenditore, la sera da volontario si occupa di emarginati. «E sì che c'è degrado in questa zona. E non da oggi. Le strade sono al buio, e ciò aiuta i ladri. Per non parlare dei vandali che anche davanti alla nostra azienda scaricano di tutto, comprese le taniche dell'olio usato così da costringerci a smaltirle nei nostri impianti».
Lo sfogo
Il bar-tavola calda “Romeo e Giulietta” è una tappa obbligata per imprenditori, dipendenti, clienti. Una sorta di luogo di sfogo per chi lavora in questa zona tra mille difficoltà. «È così», ammettono dietro il bancone. «Dopo il tramonto questa è terra di nessuno». Ne vorrebbe parlare anche una ragazza albanese dagli occhi azzurri che lavora sul viale ma solo di giorno. «La notte è delle nigeriane...». Poi basta. Meglio tacere. Lei in strada deve restarci e non può avere altri problemi. Come tante donne costrette a vendersi a due passi dalle aziende. La mattina, il pomeriggio, la sera. «Accade di tutto, vediamo di tutto. Rapporti consumati per strada, frettolosamente. Questo è oggi il Fangario. Sporcizia, prostituzione, degrado», racconta un'imprenditrice. «Magari cambierà. Per chi ha voglia di resistere». Sperando nella ripresa.
Andrea Piras