Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pagamenti in ritardo Bocciata la Sanità, Comune rimandato

Fonte: L'Unione Sarda
30 gennaio 2019

 

Tra gli enti virtuosi spicca l'Università:
venti giorni per saldare le fatture

 

 

Per saldare una fattura il Comune impiega mediamente 47 giorni, 17 in più dei 30 stabiliti dalla legge. Molto peggio fa l'azienda ospedaliere Brotzu, che di norma fa aspettare i propri fornitori 109 giorni. Promossa a pieni voti invece l'Università, che con i suoi 20 giorni d'attesa rappresenta un esempio virtuoso a livello nazionale. L'analisi dei dati sulla tempestività nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni - messi in rete dal Ministero e relativi all'anno 2017 - riserva dunque negative conferme e liete sorprese.
Le pagelle
Tra i primi della classe, oltre all'Università, ci sono la Città Metropolitana (24 giorni) e il Conservatorio (15 giorni, ma con volumi molto bassi), mentre le due Aziende Ospedaliere, l'Asl e anche la Camera di Commercio restano sotto la sufficienza. Pagelle non fini a se stesse, visto che il ritardo nel saldare le fatture da parte delle pubbliche amministrazioni rappresenta da sempre una tra le principali cause di crisi delle aziende sarde e italiane. Ed è proprio per questa ragione che oggi la normativa, adeguandosi alla direttiva Europea numero 7 del 2011, impone che gli enti paghino i propri fornitori entro 30 giorni dal ricevimento delle fatture, limite che sale a 60 per quelli del servizio sanitario.
La premessa
Prima di entrare nel dettaglio è però necessaria una premessa. È lo stesso Ministero infatti ad avvertire che «i tempi medi di pagamento e di ritardo della tabella potrebbero differire rispetto a quelli registrati nei sistemi contabili della singola amministrazione». Insomma, alcune statistiche potrebbero essere imprecise in quanto «il numero e l'importo delle fatture realmente pagate è evidentemente superiore a quello registrato in piattaforma, dal momento che ancora non tutti gli enti comunicano informazioni complete». Detto ciò ecco qual era la situazione sino a un anno fa.
I bocciati
La peggiore performance, come accennato, è dell'Azienza ospedaliera Brotzu, che in media ha impiegato oltre tre mesi per saldare le fatture accontentando tra l'altro soltanto il 67% dei fornitori. A ruota segue l'Azienda ospedaliera Universitaria, che ha pagato quasi tutti i creditori (97%) impiegandoci però mediamente 84 giorni. Particolare invece il caso dell'Assl: nel focus del Ministero risulta infatti che abbia pagato il 5% dei debiti, ma nel sito dell'Azienda ci sono dati molto più completi, dai quali emerge che sono state saldate fatture per 322 milioni e 898.893 euro con un ritardo di 16 giorni (dunque 76 complessivi di attesa). In alcuni casi però i tempi hanno superato addirittura i 400 giorni.
Il Comune
Rimandata invece l'amministrazione comunale coi suoi 47 giorni totali, che seppur non velocissima perlomeno non lascia quasi nessuno a bocca asciutta. Secondo le tabelle del Ministero il Comune, nel 2017, ha infatti pagato il 91% del totale delle fatture, cioè 102 milioni di euro sul totale di 121. Un deciso miglioramento però è già evidente nel dato relativo ai primi tre trimestri del 2018: i giorni di ritardo sono infatti scesi a 14 e la percentuale di pagamenti è salita al 99,4.
Gli imprenditori
L'accorciamento dei tempi è comunque una tendenza generalizzata, soprattutto da quando, nel marzo 2015, è stata introdotto l'obbligo della fatturazione elettronica per gli enti pubblici. «Per noi è stato un toccasana - conferma Alessandra Sarais, della Sanifarm, azienda fornitrice di dispositivi medici -, prima dovevamo spesso rincorrere i funzionari negli uffici e a volte veniva persa la documentazione. Certo, oggi abbiamo ancora fatture del 2016 da incassare, ma attese superiori ai 60 giorni non sono più la regola». Prudente il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi: «Nonostante il miglioramento i ritardi restano - dice - e ancora troppe imprese rinunciano a partecipare ai bandi pubblici proprio per paura dei tempi di pagamento e dei contenziosi. Il problema è che se i saldi vengono effettuati in maniera tardiva, le imprese vanno in crisi. Ciò non è tollerabile e non deve più accadere».
Massimo Ledda