LA CONFERENZA.
Il ministro spiega il suo pensiero: sono un europatito
Savona: «Per fare l'Europa non è sufficiente la moneta unica senza unione di bilancio e fiscale»
Prima le esperienze di Davide Mallao (“EjaWatch”), Pierluigi Pinna (“Abinsula”) e Carlo Sanna (“Sartapp”), tre imprenditori sardi che con le loro aziende competono con successo sul mercato nazionale ed estero. Il loro approccio all'Europa e il loro senso di appartenenza all'Isola. Quindi, dopo i saluti introduttivi del presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru, di Luisanna Marras, vice sindaco di Cagliari, e di Beatrice Covassi, capo della rappresentanza della Commissione europea in Italia, la conferenza “Il futuro dell'Unione per un'Europa diversa, più forte e più equa” (alla Mediateca del Mediterraneo) è entrata nel vivo.
Ospite d'onore, il ministro per gli Affari europei Paolo Savona, alla seconda giornata in città. «L'Unione politica è inevitabile. Perché non si poteva fare l'unione monetaria, senza unione di bilancio e unione fiscale, per realizzare l'Europa che tutti immaginavano». Il ministro conferma il suo pensiero: «Io sono un “europatito”, soffro nel vedere che l'istituzione non funziona come dovrebbe».
Intervistato dai giornalisti Mario Sechi e Stefano Polli, Savona ha spiegato le ragioni per cui l'Europa andrebbe sì salvaguardata ma anche cambiata. «Il nostro Paese non ha ancora deciso di affrontare il problema. È necessario conoscere il Trattato per intervenire e modificarlo, per migliorarlo naturalmente. I principi fondamentali sono sacrosanti e ci trova tutti d'accordo. Ma occorre applicarli». Ed ecco il punto dolente: «Sono stati creati troppi vincoli. Noi abbiamo riscritto il codice degli appalti, sull'ambiente c'è un forte scontro in atto sulla Tav ma si risolverà e poi il problema della criminalità. Io vorrei, e stiamo studiando, che gli investimenti venissero controllati da una commissione europea».