COMUNE. Nel mirino l'attività extra istituzionale svolta dal 2007. L'avvocato: «Prestazioni regolarmente autorizzate»
Sanzione disciplinare già scontata ma il dirigente ha fatto ricorso e chiede il risarcimento danni
Tre mesi di sospensione dal servizio e dallo stipendio per aver svolto attività di lavoro autonomo come agronomo «in violazione del principio di esclusiva», utilizzando per altro la partita Iva della sua ditta individuale.
Dirigente sospeso
È questa la sanzione disciplinare applicata al dirigente del servizio comunale Verde pubblico Claudio Papoff a cui l'amministrazione ha anche chiesto il rimborso di 2.210 euro. Papoff ha già scontato la “pena” - diluita nel tempo per evitare la paralisi del servizio - ma con l'avvocato Rodolfo Meloni ha fatto ricorso al Tribunale, chiedendo l'annullamento del provvedimento disciplinare - considerato del tutto illegittimo - e la condanna del Comune al pagamento degli stipendi non corrisposti e al risarcimento danni. Sospesa per 5 giorni anche una funzionaria dello stesso servizio, Fernanda Gavaudò, che collaborò con Papoff al Puc del Comune di Villaspeciosa nel 2007. Anche lei ha fatto ricorso.
Gli addebiti
La vicenda prende il via quando, due anni fa, l'Agenzia delle Entrate notifica al Comune gli esiti della verifica eseguita sulle attività esterne svolte da 36 dipendenti, tra cui appunto Papoff e Gavaudò, tra il 2007 e il 2014. Nonostante i chiarimenti di Papoff, secondo il quale le attività extra istituzionali erano tutte regolarmente autorizzate, il responsabile dell'ufficio ispettivo, Ersilia Tuveri, avvia comunque il procedimento disciplinare. Ed è sempre la stessa funzionaria, stavolta come responsabile dell'Ufficio procedimenti disciplinari, che il 4 dicembre 2017 fa scattare la sospensione, chiedendo anche la restituzione di 2.210 euro. Il motivo? Aver svolto attività esterna «incompatibile con lo status di dipendente pubblico» e violando il «principio di esclusività della prestazione lavorativa». Centrale, nella sua ricostruzione, è il fatto che sia stato lo stesso Papoff a pagare il compenso alla Gavaudò (autorizzata dall'ufficio da lui diretto) nell'ambito dell'incarico svolto da entrambi per il Comune di Villaspeciosa. Fatto che avrebbe determinato «l'identificazione nella stessa persona dei ruoli, tra loro confliggenti, di conferente l'incarico e sostituto d'imposta (a titolo di libero professionista) e di autorizzatore dello stesso incarico (come datore di lavoro pubblico competente al rilascio del nulla osta)».
La difesa
Una tesi duramente contestata dall'avvocato Meloni, che nel ricorso al Tribunale sottolinea il fatto che tutte le attività esterne erano state «autorizzate», come dimostra «l'archiviazione del relativo procedimento ispettivo», e parla di «eclatanti e gravissimi abusi», di «reiterata e consapevole violazione dei diritti del ricorrente» e di «un atteggiamento connotato da prevenzione accusatoria, parzialità, conflitto di interessi e carenza di potere con l'unico intento di portare a compimento una procedura illegale e illegittima». Scrive Meloni: «È pacifico che tutte queste attività extra-istituzionali sono state autorizzate e per questo, trattandosi di attività esterne erano necessarie la partita Iva e l'iscrizione all'Albo». Anche «l'attività svolta nel 2007» da Papoff «per il Comune di Villaspeciosa era autorizzata ed esigeva l'iscrizione all'Albo e la partita Iva» e «il fatto che, per esigenze del Comune di Villaspeciosa, il pagamento delle competenze della Gavaudò sia stata effettuata da Papoff, non incide sulla validità dell'autorizzazione data alla funzionaria, né può integrare alcun illecito disciplinare».
Massimo Ledda