Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Ctm dentro l'Arst? No, grazie»

Fonte: L'Unione Sarda
12 novembre 2018

COMUNE. Può essere l'effetto della riforma sull'ambito unico regionale dei trasporti

 

 

La nuova tratta della metro potrebbe sottrarre utili alla società urbana 

 

 

«Il Ctm non deve essere fagocitato dall'Arst». Per il consigliere comunale e componente della commissione Bilancio, Federico Ibba, il rischio che il gestore del trasporto pubblico dell'area metropolitana (e quindi del capoluogo) possa sparire nei meandri dell'azienda regionale sono concreti. Con due problemi di non poco conto. Il primo è politico perché esautorerebbe il Ctm, privandolo di poteri decisionali; il secondo, tecnico, riguarda la nuova tratta della metro di superficie Repubblica - Matteotti, sulla quale ora viaggiano le linee più proficue del Ctm.
I timori
Ibba, dopo aver spulciato i bilanci del Ctm (controllata da Comune di Cagliari con il 67,5% del capitale, Città Metropolitana con il 25% e Comune di Quartu con il 7,5%) teme che il gioiello del trasporto pubblico locale possa essere inserito nell' Ambito unico regionale trasporti . «Questo lo porterebbe a essere inglobato dall'Arst, che invece ha ben più grandi problemi di gestione». Il componente della commissione Bilancio è preoccupato per l'eventualità che, con la nuova tratta della metro, gomma e ferro possano sovrapporsi. «Con il completamento della metropolitana leggera, l'Arst arriverà fino a piazza Matteotti togliendo di fatto gran parte degli utili al Ctm, che sono prevalentemente nelle tratte che portano da e per piazza Matteotti. Le linee 8, 9, 30, 31 M, PQ e PF sono le tratte che costituiscono a formare oltre il 40 per cento delle entrate del Ctm». Prima che sia troppo tardi, Ibba invita al dialogo. «Perché non se ne parla? L'area metropolitana deve essere coinvolta. Il Ctm diventerebbe una società satellite di un'azienda che non riesce a collegare in modo dignitoso il Nord della Sardegna con il capoluogo».
Città metropolitana
Fabrizio Marcello, consigliere delegato alla Mobilità della Città metropolitana, chiarisce subito i dubbi di Ibba. «Ctm non finirà nel calderone Arst. Il contratto tra le due società sui trasporti nell'area metropolitana scade il 2 dicembre dell'anno prossimo. Impossibile aggiudicare entro quella data un eventuale appalto europeo». Quale sarà lo scenario? «La Regione dovrà approvare una legge che consenta di mantenere la continuità dei servizi». Tradotto, non si tocca niente? «Esatto. Stiamo lavorando per trasformare il Ctm in una “società in house” alla quale possa essere affidato il lotto, tagliando fuori le multinazionali straniere e italiane». Ci sarà concorrenza tra Ctm e Arst lungo l'asse piazza Repubblica - piazza Matteotti? «Nessun conflitto, dove ci sarà il ferro non ci sarà la gomma. I chilometri risparmiati verranno razionalizzati, dirottandoli in altri percorsi della Città metropolitana. Potranno essere utilizzati per potenziare alcune linee ora in sofferenza, aumentando la frequenza, o per prolungare il servizio di bus notturni».
Andrea Artizzu

 

«Il Ctm dentro l'Arst? No, grazie» 

Chicco Porcu è l'amministratore unico dell'Arst. «Non c'è nessun progetto di accorpamento. Arst e Ctm sono due società per azioni di diritto privato, oltre che due eccellenze: la prima nel trasporto extraurbano, la seconda in quello urbano. Nessuno può imporre alcunché alle due società». Porcu respinge le accuse di Ibba. «Arst non ha problemi di gestione, ma è un'azienda efficiente, la migliore d'Italia in termini di costo per chilometro». E la sovrapposizione nella tratta Repubblica - Matteotti? «La metro in piazza Matteotti non toglie niente a nessuno, ma amplifica l'offerta di servizi di trasporto pubblico. L'obiettivo è di far salire la quota di domanda di mobilità servita da mezzi pubblici e sottrarla ai mezzi privati. Oggi siamo al 15%. Lo standard europeo è tra il 30 e il 40%». (a. a.)

 

CTM. Il presidente Roberto Porrà «Aspettiamo la legge»

Il presidente del Ctm, Roberto Porrà, analizza il lato politico della vicenda e naturalmente si augura che la gestione del servizio di trasporto venga affidato alla società che dirige. «Tutte le aziende di trasporto pubblico della Sardegna sono in attesa che sia approvata una legge regionale di riforma del trasporto pubblico, finalizzata principalmente a istituire i bacini di mobilità, definire gli Enti di governo di tali bacini e attribuire le competenze fra i soggetti pubblici coinvolti nella programmazione e nel governo del Tpl». Porrà non nasconde la sua preoccupazione: «Esiste il rischio concreto che la scadenza del regime transitorio del “Regolamento europeo” colga il trasporto pubblico locale sardo in mezzo al guado di una riforma non completata, con conseguenze che è difficile prefigurare». (a. a.)