Rassegna Stampa

Il Sardegna

Serve il referendum per decidere sui rifiuti

Fonte: Il Sardegna
30 luglio 2009

Piccola città

Claudio Cugusi

C’è un’abulia generale (e non è colpa soltanto dell’estate) intorno alla nuova gara per i rifiuti: ai cagliaritani sembra non interessi sapere come cambierà il sistema e come cambieranno le loro abitudini, tra cassonetti spariti e sistema porta a porta. Non interessa sapere quanto pagheranno di Tarsu e come verranno spesi i loro soldi. Nulla. Se in questa piccola città le forze sociali organizzate e anche i singoli iniziassero a preoccuparsi prima invece che riservarsi, per il dopo, il solo diritto sterile di lamentarsi faremmo tutti un significativo passo avanti. Fermiamoci in attimo: al fondo di questa vicenda c’ è uno degli appalti più grossi della nostra isola (350 milioni di euro) con una durata di nove anni. Una volta approvato niente e nessuno potranno cambiarlo per nove anni. Né i cittadini né i consiglieri comunali: sino al 2019 le regole e i prezzi e tutto il resto saranno quelli che il Consiglio comunale ha deciso definitivamente in questi giorni. Come nel caso del ripascimento del Poetto o delle costruzioni intorno alla necropoli di Tuvixeddu: non può essere un’assemblea elettiva a decidere per tutti impegnando porzioni di futuro. Perché si assumerebbe il peso di una decisione troppo grande, che va oltre il suo mandato. Serve una ratifica popolare, una consultazione con tanto di chiamata formale dei cagliaritani alle urne: dicano anche loro se sono favorevoli o contrari al modello di raccolta che il Comune ha approvato. La solitudine può essere affascinante ma a volte genera disastri.
*Giornalista