Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Incrocio allagato, indagine sulle cause La rete non riesce a smaltire la pioggia che cade in breviss

Fonte: L'Unione Sarda
6 novembre 2018

VIALE POETTO.

I tecnici comunali studiano la situazione per scoprire cosa non funziona Incrocio allagato, indagine sulle cause La rete non riesce a smaltire la pioggia che cade in brevissimo tempo

Tanto piovve che tuonò, e a farlo è la cittadinanza. Un malumore comprensibile: dopo che a Pirri (domenica via Italia era di nuovo navigabile) e a Is Mirrionis, il mese scorso, molti residenti hanno dovuto buttare via l'arredamento delle loro case allagate, ora si sono visti perfino i gommoni per muoversi sopra l'asfalto delle strade. Li hanno utilizzati i pompieri per far uscire le persone dalle loro auto, in un'arteria non certo secondaria come viale Poetto, durante uno spettacolo acquatico abbastanza inedito.
Viale Poetto, acqua alta
C'erano una trentina di centimetri d'acqua, all'incrocio con via Tramontana, domenica mattina: puntuali gli interventi dei pompieri, della Polizia municipale e delle squadre di operai comunali, che hanno rimosso il fango dalle cosiddette “caditoie”, cioè i tombini. A mancare è un perché, quantomeno uno preciso: gli allagamenti all'angolo tra viale Poetto e via Tramontana non sono una novità («accadde anche nel 2012», ricorda Pierpaolo Piastra, dirigente del settore Mobilità, infrastrutture e manutenzione reti del Comune), ma il motivo per cui a volte si allaghi, altre volte no e in altre occasioni l'acqua invada la strada in un punto diverso, è da scoprire. I casi recenti sono contraddittori: dopo i due grandi nubifragi del mese scorso, quell'incrocio è finito sott'acqua in un giorno di allerta gialla, però è rimasto percorribile in quello di allerta rossa. Se fosse esclusivamente un problema di rete di smaltimento delle acque, in viale Poetto questo scenario si verificherebbe più spesso, invece siamo di fronte a un'intermittenza che per il momento è avvolta dal mistero. Non dovrebbe restarlo a lungo, considerato che gli ingegneri comunali stanno eseguendo accertamenti per dare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l'ha.
Gli interrogativi tecnici
In attesa degli studi, che a palazzo Bacaredda sono già in calendario a stretto giro, restano le ipotesi: non campate in aria, benché ancora non poggino su dati certi. La principale: non sarà che lo smaltimento delle acque piovane a Cagliari, o in alcune sue ampie zone, non è più adeguato a causa del cambiamento del clima? Le continue correnti da sud portano perturbazioni che scaricano molta acqua in un tempo ridotto: la rete è in grado di sopportare quei volumi d'acqua, ma non in brevissime unità di tempo. Il deflusso è troppo lento, insomma. È una delle ipotesi che si fanno in Municipio, «assieme ad altre», precisa però il dirigente della Mobilità.
Il sistema
Nella zona finita sott'acqua (La Palma-Quartiere del Sole), ma anche in quella del Poetto e in altre della città, le acque piovane defluiscono nel Canale di Terramaini: quello che gli anziani chiamano “Mammarranca”. La successione di temporali molto intensi inevitabilmente ne innalza il livello e - per ora, è niente più che un'ipotesi - forse gli scarichi di alcune delle principali condotte sono parzialmenti immersi. Se così fosse, e il Comune lo sta verificando, la capacità di scaricare le acque piovane sarebbe ridotta, più lenta. E poi c'è il fango, che ostruisce il deflusso delle acque già nei tombini per strada e poi nelle condotte che seguono, fino ad arrivare al canale. Tra le cause degli allagamenti in viale Poetto - perché i tecnici sono del parere che possano essere più di una - potrebbe dunque esserci un Terramaini troppo gonfio, per poter riuscire a “bere” in così poco tempo tutta l'acqua che cade dal cielo su diverse zone della città. Peraltro, anche Pirri scarica in quel canale, contribuendo a innalzarne il livello. Quest'ipotesi ha il sapore di un problema strutturale, per quanto nuovo in virtù proprio del cambiamento del clima: se le indagini tecniche lo confermeranno, probabilmente è da ripensare il sistema di smaltimento delle acque piovane in città.
L'Asse mediano
Anche qui gli allagamenti non sono una novità, ma c'erano problemi diversi che, in gran parte, sono stati risolti. Inedito è invece il punto finito sott'acqua domenica mattina: l'incrocio con via dei Valenzani, dove soltanto una pulizia d'urgenza dei tombini intasati dal fango ha consentito una rapida riapertura. Perché questa novità in quell'incrocio? È un altro argomento che fa parte delle indagini tecniche che subiranno un'accelerazione, dopo la domenica di passione.
Luigi Almiento