Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Aperti all'arte e al nuovo

Fonte: L'Unione Sarda
30 luglio 2009

La politica del Lirico

L'Aida di Verdi al Teatro Lirico di Cagliari con la regia di Stephen Medcalf ha acceso gli animi. Sulle scelte drammaturgiche e teatrali del regista il pubblico si è diviso fra sostenitori e detrattori. Si ha l'impressione che le divergenze di giudizio non riguardino solo il valore intrinseco dello spettacolo. Se così fosse, la discussione ne verrebbe limitata. Crediamo, invece, che la disputa sia più interessante e riguardi il dualismo tradizione-modernità. In quest'ottica, ci piace contribuire al dibattito esprimendo la nostra visione culturale in quanto ispiratrice delle scelte programmatiche che il nostro Teatro sta realizzando da anni.
Analizzando le Stagioni del Teatro Lirico, si noterà che gli spettacoli tradizionali, sia nell'opera che nel balletto, occupano un abbondante spazio delle nostre programmazioni. Ciò perché in Italia, contrariamente al resto d'Europa, la riforma operata cinquanta anni fa da Luchino Visconti e Giorgio Strehler, mantiene il primato delle preferenze. Questa riforma allora si affermò tra contestazioni che giunsero fino all'impiego della forza pubblica, e a tutt'oggi mantiene una primazìa culturale anche grazie al suo perpetuarsi attraverso quel genio italiano che è Franco Zeffirelli e, con lui, i Bolognini, De Lullo, Sequi, Faggioni, Fassini, Samaritani, Pizzi.
È questo un motivo sufficiente a che il pubblico dei teatri italiani debba ignorare le esperienze di chi intende il linguaggio teatrale come evoluzione sulla quale potrebbe basarsi lo strutturarsi di una nuova tradizione del prossimo cinquantennio? A nostro parere, no.
In giusta misura il pubblico, specialmente se di un teatro che vorrebbe rimanere di respiro internazionale, ha il diritto di conoscere insieme alle meravigliose coreografie ottocentesche, quelle del ventesimo e ventunesimo secolo: Merce Cunningham, Pina Bausch, William Forsythe, che hanno rivoluzionato la danza classica; così come nel teatro musicale Walter Felsenstein, Wieland Wagner, il nostro Luca Ronconi e, quindi, i Medcalf, Miller, Jones, Wilson, Carsen, con la loro Regietheater vanno al di là della perfezione estetica e della assoluta attenzione calligrafica al testo scritto, riuscendo per altre strade a evocare valori e emozioni impareggiabili. Non dovrebbe spaventare il pubblico la necessità di disporsi senza preconcetti a recepire un diverso modo di sentire e di guardare.
Il nostro intento è semplice e chiaro: far si che, se l'Arte e il Teatro sono lo specchio dei tempi, anche la nostra proposta teatrale rispecchi, almeno in piccola parte, lo sviluppo artistico del mondo d'oggi. Libertà di contestazione, senza chiederci di mettere in atto una dittatura della "tradizione": la splendida tradizione italiana non merita un'offesa del genere.
MAURIZIO PIETRANTONIO
E MASSIMO BISCARDI
Sovrintendente e Dir. artistico
del Teatro Lirico di Cagliari

29/07/2009