Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un convegno per ricordare i 14 mila sardi morti durante la Prima guerra mondiale

Fonte: L'Unione Sarda
29 ottobre 2018

REGIONE. Accardo e Carta racconteranno le trincee

 

 

Proseguono le iniziative legate al ricordo degli oltre quattordicimila sardi morti durante la Prima guerra mondiale. Venerdì nove novembre alle 15.30, nell'aula consiliare del Consiglio regionale, è in programma il convegno “Le trincee profonde del Novecento a cent'anni dalla fine della Grande guerra”.
Gli interventi
A fare gli onori di casa sarà Eugenio Lai, vice presidente del Consiglio regionale; dopo di lui porteranno i saluti l'assessore regionale agli Enti locali, Finanza e Urbanistica Cristiano Erriu, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, la prefetta Romilda Tafuri, il generale, comandante regionale dell'Esercito Giovanni Domenico Pintus. Dopo i saluti, in programma due interventi: quello di Luciano Carta della fondazione di ricerca Siotto Luciano Carta dal titolo “Un paese nella Grande guerra” e quello del docente dell'Università di Cagliari e preisdente del comitato sardo Grandi eventi Aldo Accardo che parlerà de “Le trincee da colmare”.
Lo spirito
La scelte del luogo del convegno non è casuale. «La Regione», come ha spiegato Erriu, «sostiene un progetto di recupero dei cimiteri di guerra di Casara Zebio che custodiscono la memoria di tanti sassarini morti sull'altopiano di Asiago». L'assessore ha confermato l'interesse per il lavoro dello storico di Tempio, Guido Rombi, sull'elenco dei caduti sardi: una ricerca faticosa per raccogliere in un database più di 15 mila nomi. In attesa di un patrocinio pubblico, ora più vicino.
Le iniziative
A spingere per la realizzazione di queste iniziative l'Esercito. «Vogliamo ricordare», ha puntualizzato Pintus, «gli oltre quattordicimila sardi morti durante la Grande guerra. Dal dolore prende spunto la consapevolezza della memoria per guardare al futuro evitando gli errori del passato». Un ricordo che viene fatto attraverso mostre storiche, convegni, conferenze e una rappresentazione teatrale. «Per trasmettere ai giovani», ha concluso Erriu, «i valori di fratellanza e unità nazionale per cui hanno combattuto i nostri nonni».