Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il bulldozer sulla casa di Badas

Fonte: La Nuova Sardegna
28 luglio 2009

MARTEDÌ, 28 LUGLIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Un comitato a difesa degli edifici d’epoca, il 30 decide il Tar



CEMENTO E AFFARI Nuovo assalto al patrimonio architettonico storico In via Milano palazzi di lusso al posto delle ville


di Mauro Lissia
CAGLIARI. La città rischia di perdere un altro pezzo del proprio passato: l’impresa del costruttore Bruno Cadeddu ha acquistato la casa realizzata dal grande architetto Ubaldo Badas in via Milano negli anni Cinquanta e si prepara a demolirla con altre due ville d’epoca.
Al suo posto, il solito complesso di palazzi moderni e lussuosi ad alto valore aggiunto. Contro quello che s’annuncia come l’ennesimo attacco al patrimonio storico è sceso in campo un comitato di cittadini capitanato dal regista Enrico Pau, mentre la sovrintendenza ai beni culturali ha imposto il vincolo a difesa dell’edificio. Il legale dell’impresa Benedetto Ballero ha ricorso al Tar, che dovrebbe esprimersi il 30 luglio sulla richiesta di sospensiva. Controparte dei Cadeddu sarà l’avvocatura dello stato. Sul progetto dell’impresa Cadeddu pesa anche il veto contenuto nel piano urbanistico comunale, che classifica via Milano come zona Bsr1 a forte uniformità morfologica. Mancano peraltro anche le autorizzazioni comunali, ma vicende passate insegnano che i livelli di tutela del patrimonio architettonico si abbassano spesso e rapidamente quando gli interessi economici salgono. Qui la contesa è legata anche all’origine della villa, costruita sulla collina di via Milano, al numero civico 42: il progetto non è firmato da Badas che non era laureato e non poteva assumersi la paternità tecnica delle proprie opere. Ma che sia stata la sua mano a disegnare le linee della casa emerge con chiarezza anche dalla testimonianza raccolta da Pau in un documento-intervista diffuso ora su youtube («La casa ritrovata» prima e seconda parte) in cui Franca Ferrari, mostrando immagini d’epoca, racconta di aver abitato l’edificio insieme alla famiglia quand’era ancora nella fase finale della costruzione: «Ho visto l’architetto Badas esporre i propri disegni sul camino della villa e ricordo bene mio padre, che era ingegnere, lavorare con lui nel cantiere». Nella facciata della casa si riconosce poi lo stile dell’architetto cagliaritano - scomparso nel 1985 - soprattutto nella scelta degli intonaci e nel profilo della finestra che dà alla strada.
«Noi del comitato ci rivolgiamo al sindaco Floris - spiega Enrico Pau - e facciamo appello alla sua sensibilità perchè venga salvato un patrimonio della città. Appena due anni fa è stata dedicata una via importante all’architetto Badas e ci sembra che demolire una delle sue opere sia in netta contraddizione con quella scelta».
Il comitato di via Milano è impegnato a difendere anche altri edifici d’epoca, quelli che rendono il quartiere fra i più interessanti della città: «Stiamo parlando di edifici importanti, che non possono essere cancellati per fare spazio a palazzi moderni. Ho avuto un colloquio civilissimo con il costruttore Cadeddu - avverte Pau - e gli ho chiesto, a nome degli abitanti di questo quartiere, di fare un regalo a Cagliari. Il regalo che chiediamo è la salvezza della casa in cui ha lavorato Ubaldo Badas».
I prossimi passi del comitato potrebbero essere clamorosi: «Stiamo pensando a illuminare la villa durante la notte, a creare un ex voto da portare alla basilica di Nostra Signora di Bonaria - annuncia il regista - in ogni caso non ci fermeremo finchè non avremo la certezza che la casa di via Milano resterà com’è».
Ora la parola passa ai giudici del Tar, ancora una volta chiamati a decidere su aspetti tecnici e formali malgrado il tema dei beni culturali abbia ben poco di tecnico. Si annuncia una nuova battaglia, si tratta di stabilire da quale parte - dopo l’incredibile caso Tuvixeddu - si schiererà l’amministrazione comunale.