Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gatti, cibo e sanzioni

Fonte: L'Unione Sarda
10 ottobre 2018

COMUNE. Intensificati i controlli per evitare la trasmissione di malattie

 

Multe per chi dà da mangiare agli animali in strada 

 


Dar da mangiare agli affamati è la prima delle sette opere di Misericordia corporale della Chiesa. La distinzione fra i nutriti, a seconda che abbiano gambe o zampe, è arrivata ben dopo: nel 2013, con il nuovo Regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali. Da allora, dar da mangiare a quelli che vivono liberi può costare quanto portarli in pizzeria: 25 euro (ma la sanzione può arrivare a 500). Perché è vietato. Le colonie feline regolari - registrate dall'Assl - ovviamente ne sono escluse, però non devono restare residui di cibo per terra, altrimenti arriva una sanzione per imbrattamento. Altro discorso per le proprietà private: lì si possono nutrire tutti gli animali, ma nei condomini il regolamento deve consentirlo. In caso contrario, si finisce davanti a un giudice.
L'OBIETTIVO Comune crudele gli animali? «Ovviamente no», sorride Claudia Medda, assessora all'Igiene del suolo: «Semplicemente, rione dopo rione la città sta entrando nella raccolta dei rifiuti con il sistema porta a porta anche per evitare che topi, piccioni, gabbiani, cornacchie e cani randagi trovino cibo, e quindi proliferino». D'altra parte, si sa che i ratti portano malattie, e lo fanno anche i pennuti: «La salmonellosi, ad esempio», ricorda Claudia Cortis, responsabile del settore Veterinario dell'Assl, «mentre i gatti sono veicolo di toxoplasmosi, molto pericolosa per le donne in gravidanza, ma il rischio di contagio è molto inferiore».
GLI UCCELLI Peraltro, nutrire i piccioni sta diventando un problema di “ordine pubblico” nei locali con tavolini all'aperto: «Cerchiamo di tenere lindo il pavimento per evitare che le briciole li attirino», conferma Giacomo Perseu, cameriere del ristorante-wine bar “Gustavino” in piazza Yenne, «e li cacciamo dai tavolini. Qualche cliente, soprattutto stranieri, cede pezzi di pane ai piccioni, e subito chiediamo di smettere». Come prevede il regolament, d'altra parte, ma spesso qualcuno contesta.
LE SANZIONI Per ora, sono poche: «Soprattutto per imbrattamento, perché alcuni cittadini danno cibo ad animali e poi non puliscono», spiega Mario Delogu, comandante della Polizia municipale. I controlli sono continui: «Li facciamo anche nelle colonie feline autorizzate», aggiunge Delogu, «in qualche caso abbiamo suggerito all'Assl di spostarle di qualche metro per evitare che infastidissero qualcuno».
COLONIE VERE E “SPONTANEE” Sono duecento, quelle autorizzate nel territorio dell'Assl, quasi tutte a Cagliari e Quartu. Nascono per morire, quelle comunità: gatte sterilizzate e cibo razionato (il che induce i gatti a scacciare i nuovi arrivati) fanno sì che si vada a esaurimento, a patto che le volontarie ritirino il cibo non consumato subito. L'Assl offre sterilizzazioni e cure di ferite gratis e per le altre cure pagano le volontarie, che devono tenere sempre pulite le colonie. Accade, ad esempio, in piazza San Cosimo. Poi ci sono le colonie non riconosciute, quindi con gatte in grado di riprodursi, che fanno da contrappeso: qualcuno porta cibo più del fabbisogno della comunità e non ritira subito quello avanzato. Succede anche in un rudere nel quartiere di Castello, dove a riprodursi sono certo i gatti ma anche i topi, e dal cielo si avventano gabbiani, cornacchie e piccioni. È così che il controllo demografico di tutte queste specie va, tanto per rimanere nel linguaggio scolastico, a farsi benedire.
Luigi Almiento