Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Prime obiezioni sulla Finanziaria

Fonte: L'Unione Sarda
4 ottobre 2018

Abbassare le tasse ma non solo. Con l'ultima manovra finanziaria della legislatura la Giunta Pigliaru punta a raggiungere un primato, quello degli investimenti in politiche sociali. Coi 276 milioni di euro previsti la Sardegna sale al primo posto tra le regioni d'Italia. La cosa piace molto agli enti locali e ai sindacati, meno alle imprese.
GLI INCONTRI Ieri l'assessore al Bilancio Raffaele Paci ha illustrato la bozza, che sarà approvata in Giunta martedì, prima alla conferenza permanente Regione-Enti locali, poi alle parti sociali e infine alle associazioni datoriali. «È un bene che non sia previsto l'aumento dell'Irap e dell'Irpef - dice il presidente di Confindustria, Alberto Scanu - noto però la quantità di risorse impiegate per pagare il disavanzo della sanità con 600 milioni, i cantieri di Lavoras, il Reis». Insomma, «manca un'idea di sviluppo in una manovra che risente del fatto che sia l'ultima di questa Giunta. Sarebbe auspicabile qualche prospettiva che non sia solo assistenzialismo»
La critica più dura alla manovra arriva alla fine di una lunga giornata di incontri definiti «soddisfacenti» dai protagonisti. In mattinata Paci ha dialogato con i presidenti di Anci e Cal, Emiliano Deiana e Andrea Soddu. Entrambi rassicurati per le voci di spesa presentate dal titolare del Bilancio. A partire dai 50 milioni di euro per i Comuni in difficoltà finanziarie, e poi 5 milioni per Province e Città metropolitana, 50 per riconfermare i cantieri del piano Lavoras, 45 per il Reddito di inclusione sociale, 70 per la programmazione territoriale, e la conferma dei 600 milioni del Fondo unico.
La novità che invece non compare nei capitoli sono i 30 milioni a disposizione del Consiglio, che Paci propone di investire in politiche per le famiglie, e che Deiana e Soddu vorrebbero destinare alla lotta alla denatalità e allo spopolamento, attraverso incentivi alle famiglie come bonus bebè e sgravi fiscali.
I SINDACATI Bene le linee fondamentali della manovra per i sindacati, tante le perplessità sull'intenzione di ridurre le tasse. «Apprezziamo il rifinanziamento del piano Lavoras, ma anche gli investimenti sul diritto allo studio e sulle politiche sociali», ha detto Michele Carrus (Cgil), «e pure la scelta coraggiosa di riportare in parità il bilancio sanitario previsionale e arretrato». Quanto alle tasse: «Mi pare una manovra elettorale, siamo in disaccordo con una riduzione uniforme su tutte le classi di reddito perché premierebbe solo i benestanti».
Dubbi su questo anche da parte del leader della Cisl, Gavino Carta: «Noi siamo per la progressività». Più possibilista la segretaria della Uil, Francesca Ticca. «È un dato di fatto che il cittadino paga troppo». Per il resto, «ci soddisfa l'impalcatura della manovra». Ma fa notare: «La Sardegna ha ancora 43mila disoccupati nonostante tutte le politiche attive del lavoro avviate. A questo punto sarebbe il caso di capire dove e perché si inceppa la macchina». (ro. mu.)