Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Zedda sulla candidatura: ci penso, me lo chiedono

Fonte: La Nuova Sardegna
3 ottobre 2018

 


Il sindaco di Cagliari vicino alla guida di una coalizione del centrosinistra Sul suo nome c’è anche il sostegno dei sindaci e la spinta della società civile
di Alessandro Pirina
 


INVIATO AD ALGHERO. Ammette che gli piacciono le sfide impossibili, e il centrosinistra che prova a riconquistare la Regione lo è. Non nega che da più parti gli chiedono di candidarsi, e la presenza sullo stesso palco ad Alghero del luogotenente di Martina per gli enti locali non è solo un caso. Ma per ora Massimo Zedda non scioglie la riserva. Alla domanda diretta del direttore della Nuova, Antonio Di Rosa, su una sua possibile discesa in campo alle regionali come leader del centrosinistra il sindaco di Cagliari si limita a un «vedremo». Salvo poi aggiungere: «Ci sto pensando». Insomma, la candidatura di Zedda non è più solo un’ipotesi. Il suo è il nome più forte che il centrosinistra può contrapporre al Movimento 5 stelle e al centrodestra, forse a trazione sardo-leghista. Un nome capace di andare oltre gli steccati dello stesso centrosinistra. In particolare, verso quei movimenti civici che in questi anni hanno avuto la meglio sui partiti tradizionali. Ovvero quel variegato partito dei sindaci che viene alla ribalta ogni volta che il Paese è alle prese con una crisi politica. Era successo dopo Tangentopoli, sta riaccadendo oggi nella stagione dell’antipolitica. E questo era il tema dell’incontro di ieri al Teatro civico di Alghero. L’occasione era il libro di Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro, sui 25 anni della legge che ha introdotto l’elezione diretta dei sindaci. Oltre a Zedda sul palco anche i sindaci di Nuoro, Andrea Soddu, e Alghero, Mario Bruno. Due presenze non casuali, visto che entrambi hanno conquistato il loro Comune fuori dai partiti proprio alla guida di quei movimenti civici a cui tutti guardano con forte interesse. Movimenti che in un caso si sono già trasformati in partito, come l’Italia in Comune fondata da Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma ex M5s, che ha messo radici anche in Sardegna. E non è un caso che il primo endorsement ufficiale pro Zedda sia arrivato proprio dal politico emiliano.

«Sono onorato che tante persone, anche colleghi, stiano guardando a me come possibile candidato – dichiara Zedda –. Mi dispiacerebbe tantissimo lasciare Cagliari, perché è chiaro che anche se si perde bisogna rimanere in Consiglio a fare opposizione. È questione di serietà». Ma prima di accettare, fa capire, lo devono mettere nella condizione di dire sì. «Non c’è un santo da portare in processione, c’è da ricostruire un campo di forze che è stato logorato e avvicinare i giovani. Questo al di là della mia candidatura o di altre persone». Ma non nega che l’ipotesi lo stuzzichi. «Pizzarotti e tanti altri sindaci propongono il mio nome e a questo non sono indifferente, perché a me piacciono le sfide impossibili. Se non lo sono non mi diverto. È stato così con le primarie, è stato così con le comunali». Conclusione sulla candidatura: «Vedremo, ci sto pensando».

Una quasi conferma che dà un’iniezione di ottimismo a Bruno. «Lavoreremo per ricostruire la coalizione e fare sì che Massimo possa sciogliere a breve la riserva». Non si sbilancia Soddu, che però in queste settimane ha liquidato dalla maggioranza il Psd’Az, ormai alleato di ferro della Lega, mentre il suo vice Sebastian Cocco (con altri consiglieri ex Base) è stato tra i primi ad aderire al partito di Pizzarotti. Un quasi endorsement lo ha fatto anche Matteo Ricci, che non è solo sindaco di Pesaro, ma è anche il responsabile del Pd per gli enti locali. Insomma, un emissario di Martina, che ha approfittato della trasferta sarda per sondare la disponibilità di Zedda. «In Sardegna trovo sindaci di provincia, ma non provinciali, che hanno una capacità di fare rete. Persone che, al di là dell’appartenenza partitica, si riconoscono negli stessi valori e possono essere utili per questa regione». Parole, queste ultime, pronunciate con lo sguardo e il sorriso rivolto proprio a Zedda.

Insomma, i sindaci stanno dalla parte di Zedda, ma sottolineano tutti l’importanza dei partiti. Anche se con i loro movimenti civici li hanno sconfitti. «A Nuoro si è anticipato quello che altrove è avvenuto dopo – spiega Soddu –. Io ho vinto al ballottaggio perché la gente non ne voleva più sapere di rappresentanze politiche. Ma ciononostante io predico sempre la necessità del partito per fare politica. È uno strumento che deve essere al centro della politica nazionale e regionale, non possiamo farne a meno». «Io sono stato espulso dal Pd perché volevo partecipare alle primarie che poi hanno annullato – aggiunge Bruno – ma continuo a credere nei partiti. Se no a governarci
saranno le lobby». Ma, sottolinea Ricci, oggi la classe politica pecca di inesperienza. «Questa cosa che oggi tutti possano fare tutto è fortemente diseducativa. Ritengo che la gavetta dei sindaci sia indispensabile per il Paese». O per la Regione.