Rassegna Stampa

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Cagliari, guerra al Lirico: Teatro chiede 2, 8 milioni di euro ai dipendenti

Fonte: web Castedduonline.it
3 ottobre 2018

Guerra al Lirico. Il Teatro ha chiesto 2, 8 milioni di euro ai dipendenti. E i sindacati attaccano il Sovrintendente e chiedono l’accesso agli atti. Tutto parte da una relazione del Ministero delle Finanze critica sulla gestione amministrativa del Teatro che ha riportato la burrasca in via Sant’Alenixedda.

Secondo i sindacati (Massimiliano Cecalotti, Ignazio Sibiriu e Paolo Piras Usb) La Fondazione Teatro Lirico di Cagliari è a rischio Commissariamento per gravi irregolarità gestionali amministrative rilevate durante un controllo ispettivo del Ministero dell’Economia e Finanze, avvenuto nel Luglio 2017 e comunicate a metà novembre dello stesso anno. La relazione del Mef evidenzia molteplici irregolarità, “da ricondurre all’attuale gestione e a quelle passate. Tra le tante irregolarità”, si legge nel documento, “si rilevano cifre percepite (secondo i rilievi indebitamente) dai lavoratori negli anni 2008/2009/2010/2011, che la gestione del tempo stabilì di erogare con l’intento di essere riassorbite con il rinnovo del CCNL, nel frattempo mai avvenuto”.

E in base a questo rilievo, il CdI ha deliberato il 22 Settembre di avviare il recupero verso i dipendenti della cifra di 2 milioni 800 mila euro circa, ascritta a bilancio come esigibile entro 12 mesi, con apposizione del termine di 60 giorni. “Questa delibera interviene in assenza delle dovute informazioni in sede sindacale, mai fornite in tutti questi mesi, e senza quindi un preventivo confronto sui fatti riguardanti i lavoratori”, accusano i sindacati, che in conseguenza di ciò, il 26 Settembre hanno indetto indicono lo stato di agitazione e chiesto un incontro urgente e l’accesso agli atti.

Il 28 settembre avviene l’incontro fra OO.SS, Rsu, Cdi e Sovrintendente. “La ricostruzione dei fatti relazionata dal neo presidente Giuseppe Andreozzi”, proseguono, “mette a nudo la mancanza di trasparenza nelle relazioni sindacali e gravi responsabilità del gestore unico Orazi e del Cdi, che fornendo a Mef e Mibac, per ben 3 volte nell’arco di quasi un anno, risposte evidentemente non esaurienti, hanno creato le condizioni in data 12 Settembre per l’avvio della procedura di cui all’art.21 della legge 367 del 1996 che prevede entro 15 giorni lo scioglimento del Cdi e successivo Commissariamento. Le reiterate richieste di incontro e chiarimenti sulla ispezione del MEF protocollate già dal Luglio 2017 da parte della RSU e di alcune sigle sindacali, sono rimaste sempre inascoltate.

Unitariamente OO.SS e Rsu, nell’incontro del 28 interrompono le relazioni sindacali con l’Azienda e pongono una pregiudiziale alla riapertura del tavolo: l’annullamento della Delibera n. 26 del 22 Settembre 2018, un atto unilaterale inaccettabile che si rivale unicamente sulle tasche dei lavoratori che in questa vicenda non hanno alcuna responsabilità. Contestualmente chiedono accesso agli atti per avere una visione completa delle reali condizioni della Fondazione alla luce dell’indagine ispettiva Mef/Mibac. La Scrivente esprime forte preoccupazione per il possibile commissariamento e per la gestione della Fondazione, in relazione alla scadenza ormai prossima del 31 Dicembre 2019.

La legge n.160 art. 24 in vigore dal 2016 esige il tassativo rispetto di severi parametri, pena il declassamento a “Teatro di Tradizione” con conseguente perdita del contributo statale FUS e ritorno alla precarizzazione delle masse artistiche, tecniche ed amministrative della Fondazione. Saranno messe in campo tutto le forme di lotta necessarie per salvaguardare i lavoratori ed il futuro della più grande fabbrica culturale della Sardegna”.