Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Santa Lucia, una piazza al posto del rudere

Fonte: L'Unione Sarda
27 luglio 2009

Marina. Sono necessari 550 milioni per realizzare nell'ex chiesa un punto informazioni e un museo

Don Cugusi: «Sì della Soprintendenza al progetto, serve l'ok regionale»

Domani una squadra di operai comunali coadiuvata da alcuni volontari del quartiere pulirà l'area.
Una piazza, un museo e un punto informazioni al posto di macerie, frigoriferi e disperati. Quella che un tempo era la chiesa di Santa Lucia e che adesso è solo un tempio del degrado nel quartiere Marina cambierà volto. «Se Dio vuole», spera don Mario Cugusi, parroco di Sant'Eulalia, il progetto di recupero dell'area tra via Napoli, via Sardegna e via Barcellona potrebbe diventare realtà e trasformare quell'area da albergo per barboni e discarica in una piazza a disposizione di turisti e abitanti.
IL PROGETTO Don Cugusi non ha nessun titolo sulla proprietà dell'ex tempio. Formalmente quel che resta dell'edificio è ancora della confraternita "Del prezioso sangue di Cristo sotto l'invocazione di Santa Lucia". Un'associazione religiosa che di fatto non esiste più da mezzo secolo e della quale il sacerdote è amministratore dei beni. «Me ne faccio carico solo per dovere morale, perché nella chiesa è racchiusa la storia del quartiere». Un impegno che ha convinto il religioso a battersi, soprattutto contro le scartoffie. Ma questo è il passato. Il futuro è in un progetto realizzato dall'architetto Marco Cadinu. Uno studio esecutivo e una serie di tavole che ha già ottenuto il nulla osta da parte della Soprintendenza. Ma qual è la trafila burocratica, quali sono i costi e i tempi perché lo sfregio del rione si trasformi in valore aggiunto? «Devo ammettere che ho trovato una sensibilità particolare sul problema da parte del sindaco», afferma don Cugusi. «Il progetto è stato approvato anche dall'assessore ai lavori pubblici Raffaele Lorrai che ha deciso di inserirlo in una serie di richieste già inviate alla Regione per il finanziamento». Cosa prevede il piano di recupero? «L'area verrà ripulita. Sulla destra, in una stanza di circa 30 metri quadri, dovrebbe sorgere un punto informazioni per i turisti in visita al centro storico. Le cappelle rimarranno a vista, mentre nel matroneo, che sarà raggiungibile con una scala sistemata in quello che un tempo era il campanile, verrà allestito un museo. Verrà anche asportato il nastro d'asfalto e con uno scavo profondo circa un metro il piano verrà riportato alla quota esistente nell'ex chiesa». In soldoni? «Per attuare il piano di recupero servono 550 mila euro. Se tutto va per il verso giusto entro l'anno dovrebbe concludersi la parte relativa alla ricerca dei fondi. Poi ci sono i tempi tecnici per l'affidamento dei lavori per la messa in opera. Insomma - aggiunge il parroco - entro l'estate prossima la piazza, con il suo punto di informazioni e museo, dovrebbe essere conclusa».
LA PRIMA TAPPA Giovedì mattina don Cugusi, l'assessore Lorrai e il collega ai Servizi tecnologici Gianni Giagoni hanno effettuato un sopralluogo nel rudere-discarica abitato da sbandati e clochard. «Un ragazzo, come ci ha visto, ha scavalcato in fretta e furia la staccionata ed è fuggito». I due amministratori comunali , sbirciando tra le tavole divelte della recinzione, si sono resi conto della gravità della situazione. «Lunedì l'assessore Giagoni invierà una squadra di operai che coadiuvata da alcuni volontari del quartiere pulirà l'area e trasferirà in una discarica i vecchi materassi, i frigoriferi e le macerie che qualche incivile ha gettato oltre il recinto. In attesa che inizino i lavori per la riconversione dell'area, che rimarrà off limits, mi auguro - aggiunge don Cugusi - che nessuno la trasformi nuovamente in discarica a cielo aperto».
LA STORIA La chiesa di Santa Lucia esiste nel quartiere della Marina dal 1089. Fu il primo tempio di culto del rione (Sant'Eulalia fu realizzata due secoli dopo), di proprietà dei monaci Vittorini di San Saturno. Nel 1405 fu ceduta all'arcivescovo di Cagliari in permuta della chiesa di San Leonardo della Marina e di San Simone dell'isoletta. Alla fine del XVI secolo l'edificio venne riedificato seguendo le indicazioni del Concilio di Trento: sull'ala unica, coperta con una volta a botte, si affacciano tre cappelle per lato. Nel 1606 viene istituita l'arciconfraternita della Santissima Trinità e sangue di Cristo all'invocazione di Santa Lucia che di fatto ne acquista il possesso. Nel 1858 arriva la sentenza di condanna a morte del tempio. L'architetto Gaetano Cima, nel primo Piano regolatore della città, dispone l'allargamento di via Sardegna con la demolizione delle tre cappelle di sinistra. Il Piano rimase inattuato, ma nel 1890 fu recepito dalle successive regole urbanistiche dell'ingegnere Costa. Nel 1843 un ordigno lanciato durante i bombardamenti danneggiò il tetto della chiesa: lesioni lievi alla cupola.
LA DEMOLIZIONE Tra il 26 giugno e il 13 settembre 1947 la chiesa venne demolita dal Genio civile, secondo le disposizioni del Piano regolatore del Cima, per allargare la strada e realizzare un grande viale di collegamento tra il Largo Carlo Felice e viale Regina Margherita. Sino al 1987 il Comune ha pagato un canone di locazione per l'utilizzo dell'area, trasformata in parcheggio, ma senza realizzare le opere previste dal Piano di ricostruzione del 1947. Per la sua sistemazione, sino a oggi, l'unica istituzione ad aver speso soldi per Santa Lucia è la Sovrintendenza ai beni architettonici: 42.495 euro per lavori iniziati ad agosto 2007 e finiti qualche mese dopo. Da allora è un albergo per disperati e una discarica, sfregio del quartiere e della città.
ANDREA ARTIZZU

26/07/2009