Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Teniamoci Exmà, Lazzaretto e Ghetto»

Fonte: L'Unione Sarda
27 luglio 2009

Parla l'assessore Pellegrini 



«Sono per la chirurgia, non per la demolizione di un sistema». Da nove anni assessore alla Cultura, Giorgio Pellegrini non nega che i centri d'arte e cultura a Cagliari siano troppi: «Abbiamo restituito splendidi spazi alla città, ma abbiamo raggiunto una quantità pletorica». Da qui la proposta: «A mio avviso tre centri, Exmà, Lazzaretto e Ghetto, dovrebbe gestirli il Comune, gli altri dovremmo darli in gestione. In questo modo risparmieremmo almeno il 50% del budget (oggi un milione di euro di cui il 60% erogato dalla Regione) e potremmo usare bene i pochi fondi di cui disponiamo. Il sindaco è d'accordo».
Eppure non sembra questo il modello cui si sta ispirando l'amministrazione Floris, che ha promosso una “manifestazione di interesse” per la gestione dei centri cittadini: i tre citati da Pellegrini più Castello di San Michele, Vetreria, Palazzo di città, Passeggiata coperta, sottopiano Palazzo Civico, Teatro Civico di Castello e le due Torri.
La linea sembra quella indicata dal Capo area servizi al cittadino: «Abbiamo troppi centri che si reggono solo con le attività espositive, occorre introdurre anche altre iniziative, compatibili con la salvaguardia del monumento, che generino reddito», spiega la dirigente dell'area Servizi al cittadino Ada Lai. Il punto è proprio questo: «L'ipotesi che sembrerebbe leggersi nel bando di manifestazione di interesse è chirurgia demolitoria, non sono d'accordo», chiarisce Pellegrini. «Non voglio credere che questa amministrazione e il Consiglio da un giorno all'altro vogliano dismettere i centri culturali. Il privato vuole lucrare, è ovvio. E io non mi rassegnerò mai a vedere il Lazzaretto trasformato in un ristorante».
Certo una soluzione bisogna trovarla. I centri sono troppi, i costi eccessivi e se non li si riempie di contenuti appetibili non attirano pubblico, dunque non incassano, come dimostrano i dati pubblicati a fianco. Pellegrini allarga le braccia: «Sono nove anni che sento dire che i centro si devono reggere da soli. Impossibile. Il budget del Centre Pompidou di Parigi è per il 68% pubblico, quello del Louvre lo è per il 48% e potrei andare avanti con gli esempi. Si tratta di fare delle scelte: una città senza cultura è morta».
Vero è che, secondo Pellegrini, la ragione del crollo delle presenze non è legata solo all'eccesso di centri ma anche alla crisi generale («anche a Stoccarda ho visto musei vuoti») e alla mancanza di promozione. «Per quanto ci siamo sforzati le iniziative sono state poco pubblicizzate per mancanza di soldi».
C'è anche un'altra ragione che l'assessore, esperto di arti ma poco brillante in quella della diplomazia, non nasconde. «Non ho mai visto tanti turisti in città e sarebbe interessante portarli nei nostri centri d'arte, ma l'assessorato al turismo sembra sordo a queste esigenze».
I fatti evidenziano che non tutti, in questo settore, remano nella stessa direzione. E invece sarebbe opportuno che lo facessero perché sarebbe un peccato non buttare al vento tredici anni di investimenti che hanno consentito alla città di rimpossessarsi di pezzi importanti della sua storia e di trasformarli in luoghi d'attrazione e contenitori di altra cultura. Pellegrini ritiene che ci siano margini per correggere il tiro: «Per ora non c'è niente di definitivo, facciamo solo una ricognizione, poi ci sarà il vero bando. In ogni caso voglio che ad avere l'ultima parola sia il Consiglio». (f. ma.)

26/07/2009