Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le chiese storiche restano chiuse La delusione dei turisti: Sant'Efisio apre due volte a settimana

Fonte: L'Unione Sarda
18 settembre 2018

Sant'Agostino può essere visitata tutti i giorni soltanto per la disponibilità di un volontario

Le chiese storiche restano chiuse La delusione dei turisti: Sant'Efisio apre due volte a settimana


Si sono informati dai siti specializzati, hanno scoperto che quella chiesetta merita davvero di essere visitata: lì, nel quartiere di Stampace c'è la grotta nella quale Sant'Efisio fu imprigionato prima di essere decapitato. E, proprio in quel punto, è stata edificata la chiesa dedicata al martire guerriero. Ma i turisti non possono entrare in quell'edificio, costruito intorno al 430: una cancellata chiusa con un lucchetto e il portone sprangato impediscono l'accesso. Il destino di tante piccole chiese storiche cittadine: quella di Sant'Eulalia, poco lontana, vive lo stesso destino mentre il luogo di culto dedicato a Sant'Agostino viene aperto solo grazie alla disponibilità di un volontario.
SANT'EFISIO Bisogna essere davvero fortunati per riuscire a visitare il piccolo tempio dedicato al santo martirizzato a Pula: apre, per pochissimo tempo, solo due volte alla settimana, la domenica per la messa delle 9 e il lunedì in occasione della celebrazione sociale riservata ai membri dell'arciconfraternita di Sant'Efisio. Sono proprio i membri di questa associazione a occuparsi della chiesa. Ed è uno di loro, Salvatore Mazzaglia, a spiegare a una turista la ragione della chiusura. «In questo momento, si stanno eseguendo alcuni lavori nella sacrestia. Questa è una chiesa molto vecchia, è necessario fare sempre interventi». Ci sono da restaurare i mobili antichi. Ma il motivo non è soltanto questo. «Ovviamente, non si può lasciare la chiesa aperta senza alcun controllo. E, purtroppo, tanti membri sono anziani e malati e non possono garantire un servizio continuativo».
SANT'EULALIA Una situazione, più o meno, analoga è quella della vicina chiesa di Sant'Eulalia: se non altro, almeno in questo caso, si può visitare l'area archeologica, gestita dall'associazione culturale Orientare. Il tempio vero e proprio? Viene aperto soltanto in occasione delle messe cattoliche di rito orientale, frequentate dai tanti stranieri provenienti dai paesi dell'Est europeo. Per il resto, anche in questo caso, portone sbarrato. Ma i turisti bene informati hanno, comunque, la possibilità di visitarla. «La chiesa», interviene monsignor Ottavio Utzeri parroco di Sant'Anna, «dipende da noi. Chi entra a Sant'Anna può chiedere di visitarla. Purtroppo non abbiamo la possibilità di tenerla sempre aperta». Capita così che il sagrestano, incaricato di tenere aperta la chiesa di Sant'Anna dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 20, “faccia straordinario” per consentire anche la visita a Sant'Eulalia.
SANT'AGOSTINO Ed è la buona volontà di una persona a rendere fruibile la chiesa di Sant'Agostino, nel largo Carlo Felice. Un edificio che risulta particolarmente gradito ai turisti: proprio ieri mattina, una urban sketcher (gli appassionati che si dedicano al “ritratto urbano”) proveniente dal Michigan, seduta su una seggiolina, dipingeva l'esterno della chiesa. «Quando il parroco, don Vincenzo Fois», racconta Claudio Gambardelli, la persona che ha le chiavi, «mi ha chiesto il favore di tenere aperta la chiesa, non me la sono sentita di dirgli di no. È un luogo meraviglioso che merita di essere conosciuto: tutti i turisti che lo visitano, rimangono estasiati dalla sua bellezza. Qui c'è l'altare più bello di tutta la Sardegna». Una passione che lo costringe a orari da lavoro “vero”. «La mattina sono qui dalle 9 alle 12 mentre di pomeriggio dalle 14 alle 17».
LE ALTRE CHIESE In realtà, i problemi esistono anche per altri luoghi interessanti. In Castello, riaperta la basilica di Santa Croce, bisogna avere fortuna per poter visitare la chiesa di Santa Maria del Fiore o la chiesa della Speranza: in quest'ultimo caso, se non altro, da quando ospita le funzioni della parrocchia di San Saba, le porte si aprono per ospitare le celebrazioni di rito ortodosso.
Marcello Cocco