Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Musei comunali ai privati: prevale il no

Fonte: L'Unione Sarda
27 luglio 2009

Maggioranza e giunta in ordine sparso sulla svolta annunciata dall'amministrazione

L'Udc: «Manca la collaborazione tra turismo e cultura»

Serra (An): «Così Cagliari rischia di diventare periferia della cultura. Una colonia, con buona pace degli artisti emergenti».
Disuniti. Come accade spesso sugli argomenti-chiave, il Consiglio è diviso e la Giunta non è da meno. Ma sul futuro dei centri comunali d'arte e cultura le divergenze si estendono alla dirigenza.
Come interpretare altrimenti la distanza tra la sostanziale privatizzazione cui si fa riferimento l'avviso pubblico diramato dal'Area servizi al cittadino per raccogliere le manifestazioni di interesse per l'affidamento dei centri e l'idea differente che ne ha Giorgio Pellegrini, cioè colui che dovrebbe dettare la politica culturale, che chiede che il Comune continui a gestirne almeno tre «perché sennò la cultura, a Cagliari, muore». Dice, l'assessore, che «il sindaco è d'accordo con lui». Allora come mai è stata avviata la procedura per la privatizzazione della gestione?
L'ASSESSORE Per uscire dall'equivoco, Pellegrini invoca il sostegno del Consiglio e chiede che sia l'Aula a decidere che cosa fare. Anche perché, a suo avviso, si potrebbe frenare sia l'emorragia di ingressi nei musei comunali che l'erosione dei finanziamenti. Ad esempio migliorando le sinergie con l'assessorato al Turismo. «Non ho mai visto tanti turisti a Cagliari e sarebbe interessante portarli nei nostri centri, ma l'assessorato al turismo sembra sordo a queste esigenze», ha detto sabato. Gianni Giagoni, chiamato in causa, preferisce non replicare.
POCHE SINERGIE Ma c'è chi, sulla piaga dell'assenza di sinergie tra i due settori, ci mette il dito: «Ho sempre sottolineato questa mancanza di collaborazione», evidenzia Massimiliano Tavolacci (Udc) «perché ritengo che sui centri d'arte e cultura si giochi una partita fondamentale: servono politiche turistiche anche per divulgare le attività dei centri. Per pubblicizzare mostre e rassegne l'assessorato alla Cultura non ha fondi, al contrario d'assessorato al Turismo ne ha in abbondanza. Queste cose le abbiamo dette un anno fa ma mi pare che nel frattempo la guerra si sia inasprita. Anche a Sant'Efisio», conclude Tavolacci, «l'occasione per mettere in sinergia la festa con i centri culturali non è stata sfruttata. Privatizzare tutti i centri (nel bando si chiarisce che «non devono essere previsti costi per l'amministrazione», ndr) è un passo difficile, si sarebbe potuto evitare».
Ugo Storelli, leader di Forza Italia, condivide la posizione di Pellegrini, «anche sulla necessità di portare i turisti nei centri». E aggiunge: «Non condivido la scelta di dare tutti i centri culturali ai privati. La cultura costa, bisogna continuare ad investire. Il privato non fa cultura, fa business. Dico sì a contributi esterni al Comune, ma solo sui piccoli centri».
AN È CON L'ASSESSORE Anche Alessandro Serra, capogruppo di An, sostiene con forza le tesi del suo assessore: «Siamo scettici sul fatto che si possano mandare avanti i centri culturali con fondi privati. Eppoi», prosegue, «rischiamo che vengano gestiti da grandi aziende continentali che magari ci manderebbero mostre già bollite che giungerebbero nell'Isola dopo aver fatto il giro delle loro succursali. Se così fosse, Cagliari rischierebbe di diventare periferia della cultura. Una colonia, con buona pace degli artisti emergenti».
L'OPPOSIZIONE In Consiglio, insomma, sarà battaglia, anche in maggioranza. L'opposizione l'ha già iniziata: «La cultura non si vende al chilo», premette Goffredo Depau, leader del gruppo Pd. Per chiarire che i musei non sono una merce come un'altra e che concetti come «offerta economicamente più vantaggiosa» contenuti nell'avviso del Comune si addicono ad appalti per una strada e non per le attività culturali. «Il criterio dovrebbe essere quello della qualità e dell'affidabilità in termini di progettualità», sostiene. «La verità è che a Cagliari manca una politica culturale e anche in questo settore si va avanti con le proroghe. Vedrete che sarà così anche per i centri culturali. Perché la manifestazione di interesse non è una gara. È solo un modo per tenere tutto, ancora una volta, provvisorio».
FABIO MANCA

27/07/2009