Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'area è privata, i solleciti sono caduti nel vuoto Il terreno è un immondezzaio: lettera dei reside

Fonte: L'Unione Sarda
4 settembre 2018

VIA DELLA RESISTENZA.

L'area è privata, i solleciti sono caduti nel vuoto Il terreno è un immondezzaio:
lettera dei residenti al Comune 

«Cosa vuole che le dica? È una vergogna», commenta con tono evidentemente sdegnato Gianni Loi. Qualcuno è andato anche oltre e, armato di cellulare, ha deciso di immortalare la discarica a cielo aperto diventata parte integrante del paesaggio. È tutto messo nero su bianco, nella petizione partita dai residenti della zona di via della Resistenza e inviata qualche giorno fa al Comune. «Uno schifo, non sappiamo più a quale santo appellarci. Ogni anno è sempre peggio», sbotta Barbara Pau indicando con l'indice la struttura che un tempo ospitava l'ex ente comunale di Consumo, poi diventata sede di un supermercato della catena Gieffe e da diverso tempo emblema del degrado.
IL PIAZZALE DELLA VERGOGNA “Parcheggio riservato ai clienti”, informa il cartello piazzato davanti al cancello coperto di ruggine. Delimita - con scarso successo - il piazzale diventato deposito di merce di ogni tipo. Si parte da vecchi modelli di televisori e si prosegue con una serie di comodini in stile vittoriano che sfidano un equilibrio precario facendo affidamento sull'unico piedino superstite. A far loro da cornice cumuli di cartone, trolley malconci, scarpe mezzo rotte e abbigliamento per tutti i gusti. Nel settore infanzia spicca quel che resta di un divano bianco accerchiato da passeggini, seggiolone per auto e pupazzi d'ogni colore. C'è persino un pallottoliere che spunta fuori da una montagna d'immondezza da cui proviene un fetore nauseabondo che il sole a picco delle 14 rende ancora più insopportabile. Qualche passo più avanti ed ecco il reparto falegnameria: travi in legno, librerie, armadietti per tutte le esigenze e una rete da materasso poggiata sul muro laterale dell'edificio a due piani dimenticato da chi di dovere ma non certo da residenti e operatori commerciali della zona.
AL MERCATO Le lamentele iniziano fuori e arrivano anche dentro al mercato di Is Bingias, dove i titolari dei box sono tutti d'accordo. «Il Comune dovrebbe intervenire. Non è accettabile che quell'edificio sia abbandonato in questo modo, anche perché non è certo un bel biglietto da visita per chi viene a fare acquisti da noi», commenta Giampaolo Lecca, titolare del box numero 54. «Ma di problemi ce ne sono anche altri», dice mostrando l'infiltrazione che continua a camminare sul soffitto. «Ogni tanto cade un pezzo, lavoriamo in una struttura fatiscente che di fatto è abbandonata. Dentro e fuori». Dal bancone del box numero 1, Cristian Maxia rincara la dose mentre si appresta a ritirare le ultime cose: «Purtroppo noi non ci possiamo fare niente», premette. «Sicuramente non è una bella immagine da vedere anche per i nostri clienti, per non parlare di chi abita lì davanti», osserva. «Tra l'altro trovo paradossale che dentro al mercato i controlli siano rigorosi e fiscalissimi, tra il rispetto della raccolta differenziata e roba varia. Mentre qui fuori ognuno sembra poter fare ciò che vuole». Accanto c'è il regno di Toni Medas: «È assurdo che nessuno prenda provvedimenti», si accoda. «Stiamo parlando di una discarica che non si può certo far finta di non vedere. Siamo in un centro abitato, qui attorno ci sono bar, la banca e altre attività commerciali, oltre alle case di chi si ritrova con balconi e finestre affacciate su questo deposito di immondezza che cresce giorno dopo giorno».
PER STRADA Per capire che la zona è a rischio contaminazione basta osservare il comportamento dei passanti. Arrivati in prossimità dell'edificio tramutato in deposito di spazzature e cianfrusaglie, passare al marciapiede opposto sembra quasi d'obbligo. Ma certo non cambia la realtà né rende più tollerabile la convivenza forzata con questa bomba ecologica che continua a espandersi nell'area tra il mercato e le palazzine.
IL COMUNE «Siamo a conoscenza del problema e abbiamo ricevuto la petizione dei residenti della zona», ammettono dagli uffici comunali. «L'area in questione non è comunale ma appartiene a un privato, al quale, tramite la Polizia municipale, si è già chiesto di intervenire», spiegano. «Dal momento che così non è stato si agirà di nuovo in questa direzione».
Sara Marci