Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Questa legge è sbagliata» Mongiu: si continua a contrattare per aumentare i metri cubi

Fonte: L'Unione Sarda
24 luglio 2018


Il gruppo “Materiali per un'urbanistica sostenibile” ribadisce il no al testo della Giunta

«Questa legge è sbagliata» Mongiu: si continua a contrattare per aumentare i metri cubi 

Maria Antonietta Mongiu cita Papa Francesco, ricorda ciò che gli anni Settanta hanno rappresentato per la cultura ambientale, sino ad arrivare alla pietra miliare: il Piano paesaggistico regionale del 2006. «La stesura di questo documento - spiega - non sarebbe stata possibile senza il solido substrato culturale formatosi in quel periodo e cresciuto nel corso dei decenni successivi. È un importante documento di sviluppo economico che, però, non è stato capito del tutto. Resiste, anche se è la minima parte dei sardi, chi vorrebbe cementificare».

LA LINEA DEL NO “Materiali per un'urbanistica sostenibile”, il gruppo di intellettuali - nelle sue fila docenti, architetti, ingegneri, magistrati e amministratori pubblici - che un anno fa ha promosso una dura azione di contrasto alla proposta di legge della Giunta Pigliaru, ha confermato la sua linea. Nel corso di un incontro svoltosi ieri mattina al “Caffè 7 vizi”, nella galleria Mem di via Mameli, Mongiu ha posto delle domande: «Come mai ancora oggi si possono contrattare i metri cubi? Com'è possibile in una regione che conta quasi 300 mila case sulle coste che si riempiono solo per 15 giorni all'anno? Piuttosto sarebbe ora, è quanto noi auspichiamo, che il Piano paesaggistico venga esteso all'intera Sardegna, senza differenze tra coste e interno».

PREDICA L'ex presidente del Tar, Paolo Numerico, aggiunge: «L'Italia è l'unico Paese occidentale ad avere delle norme di tutela del paesaggio. Ma questa legge è in contrasto con una norma di “super costituzione”: bisogna difendere le coste più belle del mondo. Gli alberghi non possono fare ciò che vogliono. La proposta Erriu poggia sulla filosofia del predicare bene e razzolare male. I primi tre articoli vanno bene poi si perde con deroghe e altri aspetti contraddittori».

IL PADRE DEL PPR Ai tavolini del bar, anche Gian Valerio Sanna, assessore all'Urbanistica della Giunta Soru («Uno dei padri del Ppr», la definizione della Mongiu), che sottolinea: «È una legge mercantile che parla di tutto fuorché di ambiente. Abbiamo 300 Comuni senza Puc, la Regione ha grandi responsabilità perché non mette le amministrazioni nelle condizioni di adottare lo strumento pianificatorio. E perché non mette fine al Piano casa, ormai in piedi da dieci anni? Quale sostegno ha dato all'economia? Pigliaru ha rassicurato gli imprenditori ma non gli basterà a evitare una sonora sconfitta alle prossime elezioni. Comunque, ne sono convinto, non ci sarà bisogno di grandi studi: il Governo impugnerà questa legge».

RIQUALIFICAZIONE Quindi è l'ex magistrato Fiorella Pilato, a chiarire le ragioni del suo no: «La norma è in netto contrasto con l'articolo 3 della Costituzione europea (nel comma riferito allo sviluppo sostenibile e alla tutela dell'ambiente, ndr ). Una politica coerente vorrebbe che si puntasse a un turismo che duri tutto l'anno, magari valorizzando e riqualificando l'interno e i suoi innumerevoli edifici vuoti. Invece, si punta a incrementare le volumetrie degli alberghi che si riempiono solo ad agosto. Peraltro, lo stesso Ppr contiene delle norme che consentono un incremento del 25% dei volumi per i servizi generali, naturalmente fuori dai 300 metri dal mare».

SPOPOLAMENTO La chiacchierata scivola su un altro tema spinoso: lo spopolamento. «Il crollo demografico, i centri storici abbandonati e gli immobili inutilizzati - dice Maria Antonietta Mongiu - dovrebbero imporre ben altre scelte. Servirebbero investimenti per la famiglia, per l'istruzione, una politica seria che miri al recupero del grande patrimonio archeologico preistorico sardo, il più importante d'Europa. Sono questi gli argomenti da affrontare».

DOMANDE Insomma, le dieci domande che “Materiali per un'urbanistica sostenibile” ha formulato all'esecutivo regionale continuano a rimanere senza risposta. Ma, tuttavia, sempre valide. A cominciare dalla più facile: «Quanti sardi condividono la proposta di legge, visto che non proviene da un processo partecipato?». I tempi stringono, le posizioni in campo sono molto ben delineate e, considerando che a febbraio si andrà al rinnovo del consiglio regionale, non è escluso che ci sarà un'accelerata all'iter. Poi, inevitabilmente, il fuoco di sbarramento dall'esterno si sposterà all'Aula.
Vito Fiori