Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Waves Festival” Il torinese Bianco in concerto, oggi alle 21, all'Exma di Cagliari «Gli abissi di d

Fonte: L'Unione Sarda
5 luglio 2018

 

 

I l Waves Festival mette a segno un altro grande colpo, il quarto appuntamento della rassegna - stasera dalle 21 all'Exma, in via San Lucifero 71 - vede come protagonista Bianco, giovane cantautore torinese che al quarto disco è in cerca della definitiva consacrazione. Come da tradizione del festival, in un'atmosfera intima e acustica, Bianco presenterà il suo nuovo disco, “Quattro”, e i brani tratti dai precedenti, “Nostalgina”, “Storia del futuro” e “Guardare per aria”. I biglietti costano 13 euro (10 euro in prevendita).
La copertina del disco è quantomeno insolita, come l'avete scelta?
«È una foto dal barbiere mentre mi fa lo shampoo: cos'altro esprime in modo così immediato positività e godimento? Volevo inquadrare lo spirito dell'album».
Un senso di positività permea tutto il disco, come a dire Sì, la vita ti può dare molti schiaffi, ma alla fine, se resisti, superi tutto.
«L'ultimo brano, “Organo amante”, dice proprio questo: la vita, che contiene abissi di disperazione, allo stesso tempo ha in sé tutto quello che serve per ritrovare la forza, senza avere paura di diventare quelli che siamo».
Uno dei temi centrali di “Quattro” è l'amicizia.
«Per scrivere ho cercato un posto in cui concentrarmi in solitudine. L'ho trovato a Ortigia, un'isola di fronte a Siracusa, e ho capito quanto il rapporto con gli altri renda la vita speciale».
Perché lo avete chiamato “Quattro”?
«Non solo perché è il mio quarto album, anche per celebrare la coesione con gli altri membri della band, suoniamo insieme da quattro anni».
Il video di “30 40 50” è anche la prima parte di un cortometraggio.
«È difficile raccontare una storia in tre minuti. Volevamo un progetto di più ampio respiro, in cui la musica fa da colonna sonora, senza una corrispondenza didascalica con le immagini».
Nel testo di “In un attimo” scrive: “Le crisi servono a pensare, in un attimo passerà tutto”.
«Corriamo sempre a trecento all'ora, spesso senza chiederci perché né dove stiamo andando, eppure ci sembra tutto indispensabile. La musica mi permette di condividere queste sensazioni».
Cosa dovrà aspettarsi stasera il pubblico di Cagliari?
«Sarò da solo sul palco con la mia chitarra; le canzoni, senza arrangiamenti ritmici e armonici, metteranno a nudo la loro anima».
Quanto ha influito sul disco il tour del 2017 con Niccolò Fabi?
Mi è servito tantissimo, sia sul piano professionale che umano. Ho imparato a stare al mondo da musicista. E ho potuto conoscere posti magici come l'anfiteatro di Tharros».
Insieme a Cosmo, Levante e Willie Peyote fa parte dei nuovi nomi della scena musicale torinese, questo incide suo lavoro?
«Solo in positivo. La generazione precedente, quella dei Subsonica, Linea 77 e Africa Unite, aveva lasciato un vuoto. Tra di noi uniamo le forze per migliorarci, seguendo quello spirito tutto torinese che ti spinge a non assomigliare a nessun altro».
Che musica ascolta?
«Tutta quella che posso. Se devo fare un nome, il canadese Andy Shauf. E i torinesi Nàdar Solo, che meriterebbero più successo». ( l. mi )