Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Donne in lotta per una casa: occupata la ex circoscrizione

Fonte: L'Unione Sarda
4 luglio 2018

VIA CARPACCIO. La struttura comunale di Mulinu Becciu in abbandono dal 2011

 

 

Hanno preso il coraggio della disperazione e agito nell'unico modo possibile quando non si ha un tetto: occupare uno dei tanti spazi comunali liberi. Cinque mamme (una in stato di gravidanza) da domenica vivono nell'ex Circoscrizione numero tre di via Carpaccio, a Mulinu Becciu. Un edificio chiuso dal dicembre 2011. Da allora è finito più volte nel mirino di vandali e disperati disposti a tutto pur di dare una casa ai propri figli. Situazioni che gli assistenti sociali di via Sonnino conoscono molto bene e che ieri mattina, giocoforza, sono stati costretti a rispolverare. Con gli agenti della Polizia municipale hanno messo in campo tutta la loro forza dissuasiva per convincere quelle donne a fare retromarcia: niente da fare. Neanche le denunce hanno sortito il loro effetto: «Noi da qui non ce ne andiamo. È scandaloso abbandonare uno spazio pubblico e non destinarlo a chi ne ha davvero necessità».
OCCUPAZIONE FEMMINILE Nel cortile di quelli che un tempo erano gli uffici decentrati di Palazzo Bacaredda i ragazzini giocano sereni. Sull'uscio, il corpo di guardia tutto al femminile: «Da qui non si passa». Il tono non ammette repliche. Cinque donne, una al settimo mese di gravidanza, sono un limite invalicabile anche per i poliziotti del Comune. Accettano di parlare e raccontare il loro sconforto a due patti: non entrare nella struttura e niente cognomi. Marianna ha un curriculum di tutto rispetto: cinque figli e 15 anni in graduatoria. «Domenica abbiamo deciso di sfondare e occupare l'ex Circoscrizione perché siamo disperate. Domani (oggi per chi legge) una mia amica sarà sfrattata e si troverà in mezzo alla strada con i suoi piccoli. Marianna fa parte del movimento “Lotta per la casa”. «Abbiamo un motto: Casa, reddito, dignità». Ogni occupazione ha un nome. «La conquista di via Carpaccio l'abbiamo chiamata “Sa Francusina”, che nel cagliaritano parlato nei borghi dei pescatori vuol dire paguro». Il riferimento è esplicito. «È il crostaceo che vive nelle conchiglie e in spazi lasciati vuoti da altri animali», precisa la donna. Cosa è successo ieri mattina? «Dopo 48 ore dalla presa della struttura ci siamo autodenunciate». A Mulinu Becciu sono intervenuti immediatamente Polizia municipale e i funzionari dell'Ufficio alloggi. «Ci hanno fatto una proposta: Se ve ne andate vi facciamo salire in graduatoria . Un'offerta che abbiamo spedito al mittente senza pensarci due volte. Primo, perché non vogliamo essere protagonisti di una guerra tra poveri che avrà solo un vincitore: i ricchi; secondo, perché l'alternativa era finire in una casa-famiglia gestita dalle suore». Marianna giura di non guardare alla politica: «Siamo antifascisti, antirazzisti e contro l'odio verso i più deboli».
LO SFRATTO L'ex circoscrizione è in condizioni pessime: scritte sulle pareti, muri e infissi rotti, niente acqua e luce. Per l'igiene e i bagni l'approvvigionamento è di fortuna: bidoni e secchi. Vivere in queste condizioni è drammatico e disumano ma sempre meglio di niente. «Ho ricevuto lo sfratto esecutivo dalla casa che avevo in affitto», racconta Claudia, disoccupata, senza figli e senza soldi. «Il Comune mi dava un contributo che dovevo integrare con una somma bassa. Che, senza un lavoro, non avevo». Ecco allora il debito che aumenta e l'inevitabile sfratto. «Non vogliamo niente gratis», precisa Sonia, anche lei del movimento Lotta per la casa. «Ci diano la possibilità di pagare secondo le nostre possibilità».
Andrea Artizzu